Preoccupazione e sgomento nelle valli trentine: caccia militari ed elicotteri hanno sorvolato a bassa quota la Val di Fiemme, ma segnalazioni sono arrivate anche dal Garda da Primiero e dalla Valsugana, con boati sentiti in tutte le valli. Immediata l’interrogazione al ministro della Difesa del Presidente della Regione autonoma del Trentino-Alto Adige Maurizio Fugatti.

«SI È TRATTATO DI UNA formazione di F-16 della Belgian Air Force nell’ambito di un volo di trasferimento dall’Italia verso la base di appartenenza» ha spiegato l’Aeronautica «sotto il controllo e la responsabilità degli Enti Civili per il controllo del traffico aereo». Risposta sufficientemente ambigua da suonare conferma di quanto denunciato martedì scorso sul manifesto da Antonio Mazzeo: si è trattato di una esercitazione di addestramento dei cacciabombardieri Nato con basi strategiche dove gli Stati Uniti stoccano testate nucleari tattiche: Aviano e Ghedi. Sui cieli del centro nord Italia si sarebbero svolte due esercitazioni Nato e una delle due è Steadfast Noon 2021 di simulazione di una guerra nucleare, top secret ma tracciata dagli analisti che controllano quotidianamente i voli militari. Altra conferma arriva da Pontedera dove velivoli militari non italiani sono stati visti sfrecciare a bassa quota sulla Valdera.

LE PROTESTE, FITTE sui social e sui media, hanno inevitabilmente riportato il ricordo della tragedia del Cermis quando, in un freddo 3 febbraio del 1998, un Prowler, il caccia predatore Usa, che si esercitava per la guerra elettronica in Bosnia, tranciò i cavi della funivia di Cavalese: era passato troppo basso e il vagoncino giallo pieno di sciatori, sospeso a 110 metri, che stava raggiungendo la stazione d’arrivo fu catapultato oltre il torrente Avisio. Venti morti, mentre il predatore si allontanava ruggendo a più del limite ammesso di 450 nodi. L’aereo era tornato alla base di Aviano e i quattro dell’equipaggio avevano fatto finta di niente, solo la furbata di distruggere il nastro di bordo che aveva registrato il volo.

LA GIUSTIZIA ITALIANA si era attivata subito: il procuratore capo di Trento dell’epoca, Granero, aprì un’inchiesta per disastro, omicidio colposo plurimo e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti ma in luglio il gup respinse la richiesta di rinvio a giudizio per i quattro militari dell’equipaggio e tre ufficiali comandanti di Aviano: «non doversi procedere per difetto di giurisdizione». Unica corte ammessa quella militare americana di Camp Lejeune, nella Carolina del Nord, in forza della Convenzione di Londra del 1951 sullo status dei militari Nato. La Cgil del Trentino, già parte civile nel mai svolto processo penale, aveva depositato al Tribunale civile di Trento un atto di citazione contro gli Usa perché il giudice italiano dichiarasse che «l’attività di addestramento svolta dai velivoli da guerra degli Usa, sopra il territorio della provincia di Trento, reca grave pericolo alla vita, all’incolumità fisica ed alla salute dei lavoratori (…); condanni di conseguenza gli Usa (…) a cessare del tutto ed in modo assoluto l’attività pericolosa accertata, evitando tra l’altro il sorvolo della provincia autonoma di Trento mediante velivoli da guerra».

SI ERA OPPOSTO il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti rivendicano l’immunità del suo essere Stato estero e trovando subito nel governo italiano un buon alleato: il governo, allora di centro-sinistra, aveva anch’esso impugnato la citazione sindacale, tramite l’avvocatura dello Stato e con le firme di Scognamiglio e D’Alema. I governi americano e italiano intentarono causa contro la Cgil e i giudici della Suprema Corte di Cassazione di Roma, nell’agosto 2000, accolsero le tesi dei governi affermando che uno stato estero non può essere processato e che i voli d’addestramento militare, anche se pericolosi, sono sempre legittimi.

UN PROCESSO SOLO americano, dunque, davanti ad una corte con la stessa divisa degli imputati. Il navigatore del caccia, Joseph Schweitzer, ammise che stava filmando le Alpi da lasciare come ricordo al pilota, Richard Ashby, che il giorno dopo sarebbe rientrato negli Stati Uniti e che, di comune accordo avevano bruciato il video. Furono condannati, sì, ma solo per aver distrutto la registrazione. Sembrava che i voli almeno fossero stati annullati. Ora invece riprendono.

Venti morti e nessun colpevole. Non è difficile capire quanti brutti ricordi abbiano creato in quella valle i sorvoli militari di questi giorni. E quanto allarme avrebbero creato se i cittadini, non soltanto della Val di Fiemme, avessero saputo che sopra le loro teste ci si allenava per la guerra nucleare. Trentacinque testate nucleari in Italia e giochi di guerra sulle nostre teste, il 1998 non è lontano.