In Camerun 81 persone, di cui 79 studenti, sono state rapite nel blitz di un gruppo armato in una scuola del villaggio Nkwen, a Bamenda, nel nord ovest anglofono. Subito si è pensato a uno dei movimenti secessionisti che da oltre un anno imperversano nella regione, in particolare gli Amba boys, i ragazzi dell’Ambazonia, uno dei gruppi armati attivi nella zona di lingua inglese al centro delle rivendicazioni secessioniste.

Anche perché ieri nella capitale prestava giuramento per il suo 7° mandato presidenziale Paul Biya, al potere da 36 anni, reduce da netta vittoria elettorale dove più che il cambiamento ha prevalso la paura.

QUINDI UN’AZIONE MEDIATICA pensata per offuscare festa? Difficile capire, anche perché sono proprio le condizioni di insicurezza che hanno orientato gli elettori verso «la protezione», nonostante il persistere dei problemi: riforma costituzionale, crisi economica, disoccupazione giovanile sopra il 50%, crisi delle regioni “anglofone”, gli attacchi di Boko Haram che restano all’ordine del giorno. E ora il rapimento dei 79 ragazzini, che presenta molti lati oscuri. Infatti i rapitori, secondo testimoni, non avevano l’accento pidgin delle regioni anglofone, ma una cadenza «chiaramente» francese. E un video diffuso sui social conferma l’”anomalia”. I secessionisti accusano «infiltrati e sabotatori» manovrati dal governo.

Tuttavia, Samuel Fonki, il reverendo che gestisce la scuola presbiteriana accusa i separatisti: «Mi avevano intimato di chiudere la scuola e hanno chiesto un riscatto».

L’85ENNE PAUL BIYA intanto ha giurato a Yaoundé e nel suo discorso ha affrontato il tema dell’autonomia regionale: «Sono convinto che la maggioranza dei camerunesi nelle regioni del Nord Ovest e del Sud-Ovest voglia la pace e sono determinato ad affrontare le cause profonde delle loro frustrazioni. Va sveltito il processo di decentramento per rendere i consigli locali più autonomi, mi impegno inoltre a potenziare le reti stradali, i progetti sanitari e quelli agricoli per aiutare la crescita economica». Biya ha poi invitato i giovani separatisti «a deporre le armi e seguire la strada giusta».

 

Washington, 22 ottobre 2018. la protesta anti Biya della diaspora camerunese (foto Afp)

 

Nelle stesse ore la polizia arrestava il principale oppositore dell’eterno presidente, Maurice Kamto, e una trentina di membri del suo partito, il Mouvement pour la renaissance du Cameroun (MRC). Arrivato secondo alle presidenziali, ma 57 punti sotto Biya, Kamto si era comunque proclamato vincitore denunciando brogli diffusi. Ieri avrebbe dovuto tenere un comizio allo stadio Omnisport di Yaoundé mentre il suo avversario giurava. È stato rilasciato solo nel tardo pomeriggio.

PAUL BIYA sarà dunque presidente per i prossimi 7 anni. Nonostante appaia lontano, non solo in senso figurato, ma anche fisico, visto che trascorre la maggior parte del tempo a Ginevra in un lussuoso hotel, dove ha 20 stanze e due suite riservate per la famiglia e il suo staff. Il Camerun visto dal lago di Lemano è un Paese tranquillo.