Settant’anni giusti giusti oggi e per celebrarli – complice lo stop imposto dall’emergenza sanitaria all’attività live – Renato Zero si è dedicato alla realizzazione di un’opera discografica monumentale: 40 inediti ‘diluiti’ in tre album che verranno pubblicati a cadenza mensile per la sua etichetta personale, la Tattica Records. Il primo in ordine di tempo arriva oggi – Zerosettanta – Volume tre ma non è un errore di scansione: «La scelta di partire dal tre – spiega il cantautore romano – è legata alla tradizione di sorcini di chiamarlo sul palco al grido di 3,2,1», gli altri il 30 di ottobre e novembre. Produzione e arrangiamenti affidati a Phil Palmer e Alan Clark, che avevano seguito anche l’ultimo Battisti con Panella. Quindi suoni essenziali, eleganti per rivestire brani che nulla tolgono né aggiungono al percorso artistico del re dei Sorcini.

AMPIE MELODIE, qua e là qualche tocco funkeggiante, piacevoli ma non memorabili anche se il singolo che ha anticipato il progetto, L’Angelo ferito, colpisce al primo ascolto. Il primo volume della triade contiene almeno una sorpresa, l’inizio della collaborazione con il maestro Adriano Pennino. Qualche frecciata contro il sistema radiofonico che ha cancellato dalle programmazione il suo repertorio come quello di suoi illustri colleghi, a favore di un mainstream pop globalizzato nei suoni e nei testi: «Gli artisti vanno omaggiati, eppure i miei pezzi non passano: nel nome del target mi è negato questo accesso: ma sia il pubblico a decidere se Renato Zero ha fatto una cazzata o un buon lavoro. Attacchi alle major – lui se ne è staccato da più di un decennio: «fanno soldi in Italia, ma li reinvestono fuori e non valorizzano la musica italiana», ai talent e ai live streaming: «È come il sesso senza i preliminari».