L’annuncio di Virginia Raggi in corsa per il secondo mandato da sindaca scuote tutto il Movimento 5 Stelle e ne accelera la riorganizzazione. Si muovono i vertici a tutti i livelli, si scalda la base, si riaprono all’improvviso le urne digitali di Rousseau e si registra persino il ritorno di Beppe Grillo sui temi caldi della forma organizzativa. Si è innescata una partita che si muove su più livelli e tra diversi astanti.

OGGETTO DEL CONTENDERE: chi avrà il timone del transito al M5S del futuro. Ecco allora che dalla piattaforma Rousseau lanciano la consultazione balneare volta a rimuovere il vincolo del doppio mandato: gli iscritti alla piattaforma, che secondo gli ultimi dati sarebbero poco più di 100 mila, possono votare dalle 12 di oggi per 24 ore. Ma attenzione, il quesito non pone la domanda delle cento pistole che da tempo attanaglia il M5S e il suo futuro prossimo, piuttosto si limita ad alzare l’asticella degli incarichi elettivi soltanto per gli amministratori locali. Il che fa pensare che di fronte al grande dilemma sul cosa decidere e soprattutto sul chi decide, i vertici grillini hanno scelto di affidare al giudizio degli iscritti soltanto una deroga parziale che non scioglie le incertezze sul destino politico di parlamentari e consiglieri regionali ma che libera dal vincolo gli oltre duemila eletti nei consigli comunali. Ciò nonostante, a giudicare dalla tempistica e dalle prime dichiarazioni, è inevitabile che questo voto venga visto soprattutto come un pronunciamento sulla ricandidatura di Virginia Raggi.

«Con il tempo ci si è resi conto di quanto fosse difficile paragonare l’attività politica che si svolge in parlamento e nei consigli regionali, a quella che si realizza in un consiglio comunale – spiega il capo politico e reggente Vito Crimi -. Qui il professionismo della politica è quasi inesistente e senza un puro, sincero, spirito di servizio, è difficile andare avanti. Penso alle centinaia di consiglieri comunali del M5S che ogni giorno si impegnano per la propria comunità e che sanno dare valore a ogni piccolo e grande risultato che riescono a portare a casa». C’è anche un secondo quesito, che pone all’attenzione dei votanti una deroga non da poco: la possibilità per il M5S di allearsi con altri partiti, e non solo con liste civiche, come era stato consentito l’anno scorso.

NON TUTTI SONO CONCORDI, e il dissenso riguarda nella gran parte dei casi più il metodo che il merito delle questioni. Tra di essi ci sono prese di posizioni pesanti, come quella del sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Buffagni, un tempo considerato molto vicino a Luigi Di Maio. «Il tema dei mandati o quello delle alleanze con i partiti non sono un argomento da votazione a Ferragosto, ma da Stati generali!», esclama via social Buffagli, esplicitando la contesa su chi ha il potere decisionale, se lo strumento telematico gestito da Davide Casaleggio che per di più rischia di andare incontro a una consultazione ancora meno partecipata rispetto ai consueti livelli, di per sé non esaltanti, di affluenza su Rousseau, oppure l’assemblea nazionale invocata da mesi e destinata a trasformare il M5S in una cosa più simile a un partito tradizionale. Che la posta in palio in questo momento non riguardi i problemi dell’amministrazione capitolina ma le traversie del M5S è confermato da un post diffuso nel pomeriggio di ieri da Beppe Grillo sul suo blog personale.

DOPO UN LUNGO SILENZIO, il co-fondatore torna a esprimersi pubblicamente sulla sua creatura politica, all’interno di un testo sull’innovazione digitale. «È parecchio tempo che sono in disparte perché si dicono un sacco di cose su cui preferisco non essere immischiato – scrive Grillo -. Ma ci terrei a dire che io ho fatto parte di un sogno che si è realizzato del M5S che oggi governa, partendo da un’idea di rete e di un movimento senza sedi, senza tesori, senza soldi partendo proprio dall’idea che la rete è l’intelligenza condivisa».Tra i primi a risponderle la deputata Dalila Nesci, uno degli 88 parlamentari 5 Stelle che si trova al secondo mandato che nei giorni scorsi aveva chiesto senza mezzi termini l’abrogazione del vincolo per tutti gli eletti e la convocazione di un incontro nazionale: «Il M5S necessita di una metamorfosi evolutiva decisa, continuando a mantenere la responsabilità di governo», afferma Nesci. La gran parte degli eletti sta a guardare, ma giorno dopo giorno appare sempre più chiaro che la ricandidatura di Raggi potrebbe produrre un effetto valanga che va ben oltre la questione del doppio mandato.