Non si vota a Livorno, ma è nella città Toscana che la politica nazionale sta cominciando a prendere le misure per la prossima feroce campagna elettorale per le amministrative 2016 (si vota a Roma, a Napoli, a Torino e a Milano). I temi sostanzialmente saranno due. Primo: il Movimento Cinque Stelle è incapace di governare. Secondo: non è vero, è il Pd che sta rovinando il paese.

Sta di fatto che per colpa o per merito del sindaco penta stellato Filippo Nogarin (dipende dai punti di vista) a Livorno è scoppiato un caos mai visto: sciopero dei netturbini, spazzatura in mezzo alla strada e il Comune assediato da centinaia di lavoratori durante una seduta di dodici ore per prendere una decisione che ha spaccato anche i cinque stelle livornesi. Il motivo dello scontro è il futuro dell’Aamps, la municipalizzata che gestisce i rifiuti su cui grava un debito di 42 milioni accumulato dalle passate giunte del Pd. Praticamente è fallita. Il sindaco Nogarin ha proposto, o meglio ha imposto, il concordato preventivo (una procedura che porterebbe i libri contabili in tribunale) dopo che per mesi aveva previsto una ricapitalizzazione di 10 milioni. Un cambio di prospettiva che ha scatenato le proteste dei lavoratori e della Cgil. In gioco ci sono centinaia di posti di lavoro. Alla fine l’ha spuntata lui per un voto (17 sì, 16 no), spaccando la sua maggioranza e perdendo due pezzi importanti: si sono dimessi l’assessore all’ambiente Giovanni Gordiani e la presidente del consiglio comunale Giovanna Cepparello.

Filippo Nogarin però tira dritto. Anzi rilancia, forte del sostegno incondizionato di Grillo che sul suo blog ha sparato a zero contro “l’ennesimo carrozzone della sinistra gestito dalla Cgil”. Dopo il mezzo tumulto in consiglio comunale, adesso tocca al sindaco cercare di calmare gli animi e tranquillizzare i lavoratori. “E’ stata dura ma ce l’abbiamo fatta – ha detto – stiamo per voltare pagina rispetto alla gestione disastrosa del Pd che ha creato un buco di bilancio di 42 milioni. Tramite il concordato preventivo i privilegi saranno azzerati, gli operai manterranno il posto di lavoro e l’azienda sarà finalmente sanata e saranno garantiti i servizi ai cittadini, a partire dal reddito di cittadinanza comunale che lanceremo nei prossimi giorni”.

Se per il Pd, locale e nazionale, questo pasticcio è la dimostrazione dell’incapacità del movimento di amministrare alcunché, è più sfumata la posizione di due consiglieri comunali di Si Toscana (Tommaso Fattori e Paolo Sarti) che sono preoccupati per l’assenza di un piano industriale e per il fatto che il sindaco abbia deciso di rimettersi all’autorità giudiziaria per sbrogliare una questione così delicata. “Fermiamoci e discutiamo, siamo davanti a una vera e propria bomba per la città, le responsabilità sono chiare e nessuno deve sottrarsi alla propria: da un lato un Pd che ha governato irresponsabilmente secondo logiche clientelari lasciando un’eredità pesantissima, dall’altro un M5S che non ha saputo essere all’altezza di ciò che era stato annunciato, ostentando una serenità e un controllo che si sono dimostrati ingiustificati”. A questo punto rimane una settimana di tempo prima del confronto con l’Aamps, un tempo che un po’ tranquillizza il segretario Fp Cgil di Livorno: “Al tavolo potremo verificare se ci sono i presupposti per il concordato preventivo, ovvero la disponibilità dei fornitori a tagliarsi i crediti verso Aamps. Se ci sarà questa disponibilità, per via extragiudiziale, si potrà ridurre il debito dell’azienda senza dover arrivare ai 10 milioni di euro di ricapitalizzazione”.

Nell’attesa, i lavoratori hanno ripreso a spazzare le strade.