Dopo mesi di tensione sottotraccia e tentativi di compromesso, lo scontro tra Davide Casaleggio e la gran parte dei parlamentari del Movimento 5 Stelle è un fatto pubblico. Sarà difficile tornare indietro e per districarsi in questo scontro bisogna tenere presenti le poste in gioco: la struttura organizzativa del M5S, la gestione della comunicazione, la titolarità del brand elettorale. I bene informati dicono che Casaleggio ha scelto di forzare i toni di fronte alla scelta di bypassare Rousseau nell’organizzazione degli Stati generali e soprattutto di fronte alla questione del tetto dei due mandati (tuttora ancora in vigore per i parlamentari e dunque per i volti noti).

QUEST’ULTIMO PUNTO è decisivo: la rotazione degli eletti è garanzia di struttura liquida, impedisce sedimentazioni di potere e consente che la struttura sia controllabile dal «sistema operativo». Ecco il motivo delle parole diffuse in occasione del giorno di San Francesco e dell’undicesimo compleanno del M5S.

«Qualora, per qualche motivo, si avviasse la trasformazione del M5S in un partito – ha scritto Casaleggio – il nostro supporto non potrà più essere garantito, dal momento che non sarebbe più necessario poiché verrebbero meno tutti i principi, i valori e i pilastri sui quali si basa l’identità di un movimento di cittadini liberi e il suo cuore pulsante di partecipazione che noi dobbiamo proteggere».

IERI I «ROMANI», da Luigi Di Maio in giù, hanno taciuto oppure hanno scelto di commentare i risultati delle elezioni amministrative, a sottolineare i successi delle alleanze locali col centrosinistra. Ma la partita che si sta aprendo si gioca tutta attorno a domini web, password e gestione dei canali comunicativi. L’attacco di Casaleggio è comparso sul Blog delle stelle, il sito che ormai da quattro anni sostituisce il blog di Beppe Grillo nella comunicazione del M5S. Da qui deriva il primo dato di fatto che fa capire l’ingorgo dentro cui è finita la prima forza parlamentare italiana. Il M5S per smentire un testo comparso su quello che possiamo considerare il suo «organo ufficiale» ha dovuto usare la sua pagina Facebook, non ha avuto accesso al sito. Questo perché il rapporto tra il soggetto politico dei 5 Stelle e il suo sito non è disciplinato solo da regole ma anche da un contratto che affida all’Associazione Rousseau di Davide Casaleggio la gestione dei contenuti.

D’ALTRONDE, L’USCITA di Casaleggio ha ottenuto l’effetto di costituire un fronte comune tra gli eletti grillini e nel vertice romano, che non avevano una strategia condivisa per gestire l’ingombrante relazione col figlio di Gianroberto. «Il Blog delle stelle è il canale ufficiale del Movimento 5 stelle e Davide Casaleggio non ricopre alcuna carica nel Movimento», si sono affrettati a replicare dal comitato di garanzia del M5S, che definisce l’iniziativa di Casaleggio come «personale e arbitraria». E ancora: «Il fatto che il Blog delle stelle sia gestito dall’Associazione Rousseau non autorizza il suo presidente a utilizzarla per veicolare suoi messaggi personali non condivisi con gli organi del M5S. Il M5S siamo noi, tutti, non è appannaggio di qualcuno in particolare».

L’ASSOCIAZIONE ROUSSEAU ha risposto ieri mattina con parole che hanno un senso nel delicato equilibrio grillino. Da Milano sostengono che «il Blog delle Stelle è il blog ufficiale sia del M5S che dell’Associazione Rousseau. Pertanto Davide Casaleggio, in quanto presidente dell’Associazione Rousseau, è pienamente titolato a pubblicare i suoi articoli». Nelle settimane scorse sia alla camera che al senato i grillini hanno lavorato a cambiare gli statuti interni per eliminare ogni riferimento alla piattaforma Rousseau e persino al Blog delle stelle. Il Blog che gestisce Casaleggio (a lui fanno capo sia la registrazione del dominio che la gestione dei contenuti) è uno dei link principali che gli consentono di utilizzare il simbolo del M5S. La partita è appena iniziata.