Quarantasei raccomandazioni, all’interno di un documento di trecento pagine, sono state consegnate ad Obama al fine di riformare in modo storico la National Security Agency e più in generale le attività di raccolta dei «big data» da parte della sicurezza americana. Obama ha preso con sé il report elaborato da esperti del settore e lo studierà alle Hawaii dove si recherà per Natale. A fine gennaio sono previste le prime decisioni al riguardo, anche se la raccomandazione più rilevante, quella di togliere dalle grinfie dei militari tutto il lavoro di intelligence, per affidarlo ad un capo che sia un «civile», pare sia già stata rigettata dal Presidente. Il report era stato commissionato da Obama lo scorso agosto, a seguito delle rivelazioni di Edward Snowden, l’ex agente Cia, attualmente ospitato dalla Russia.
«Le nazioni libere devono proteggere se stesse e le nazioni che proteggono se stesse devono restare libere», specifica il rapporto. Il team che ha redatto il documento e i consigli al Presidente è di prim’ordine per quanto riguarda la gestione della privacy e tutto quanto attiene all’intelligence e ai diritti costituzionali americani. Tra i membri c’erano infatti Richard A. Clarke, esperto di tutto quanto è dati e rete, nonché ed ex capo della sicurezza nazionale durante la presidenza di Clinton e di George W. Bush, Michael J. Morell, ex vice direttore della Cia, Cass Sunstein, professore di Harvard a capo del dipartimento di Information and Regulatory Affairs della Casa Bianca con Obama, Peter Swire, specialista sulle leggi in materia di privacy al Georgia Institute of Technology e Geoffrey R. Stone, esperto di diritto costituzionale alla Chicago Law School.
Alcune delle raccomandazioni – secondo quanto affermato dagli esperti – sarebbero «destinate a fornire maggiori rassicurazioni pubbliche sulla tutela della privacy piuttosto che portare ad uno smantellamento dei poteri di sorveglianza della Nsa». Secondo gli osservatori, se anche solo una parte delle «raccomandazioni» dovesse essere accettata, si tratterebbe della riforma più importante nella storia dell’Agenzia nazionale di sicurezza, perché verrebbero posti dei limiti ben precisi, non solo all’attività di controllo, ma anche alle possibilità di azione della Nsa. Si tratta, in parole povere, di porre delle limitazioni al potere di chi gestisce l’incredibile mole di dati che fino ad oggi è stata raccolta, ponendo nuove basi per futuri immagazzinamenti di materiale relativo a persone.
Nel report è scritto che «sono state individuate una serie di riforme che sono progettate per salvaguardare la privacy e la dignità dei cittadini americani e quella che appare la raccomandazione più importante, prevede la necessità che a gestire i dati telefonici degli americani continuino ad essere le compagnie telefoniche o un ente terzo, e che solo a seguito dell’autorizzazione di un tribunale, possano essere prese in gestione della Nsa per le proprie attività di data mining. Viene inoltre richiesto di depotenziare lo strumento principale della Nsa per raccogliere i propri dati, ovvero disinnescare la possibilità di creare delle back door, quei pertugi all’interno dei quali infilarsi per carpire dati, all’interno dei sistemi di sicurezza delle compagnie che ne gestiscono in grandi quantità. Un capitolo a parte è dedicato alla gestione delle informazioni sui leader e sui paesi stranieri. Il report raccomanda «limiti formali», specificando nuove procedure dovrebbero applicarsi ai «popoli con cui condividiamo valori e interessi fondamentali», tra i quali l’approvazione del Presidente in persona e del Congresso.