La campagna contro «la casta» e i costi della politica la pagano loro. Ben 426 lavoratori – su 476 – degli appalti di vari servizi (mensa, portierato, ristorazione, pulizia e altro ancora) per il parlamento e per il Comune di Roma stanno per essere licenziati.

Un procedimento eseguito successivamente al recesso di contratti di locazione di alcuni immobili in uso alla Camera dei deputati e all’assemblea capitolina dove questi lavoratori sono impiegati. Per i lavoratori della Milano ’90 la procedura di mobilità scadrà il prossimo 28 gennaio.

Mancano pochi giorni e ieri il segretario della Cgil Susanna Camusso li ha incontrati esprimendo un appello alle istituzioni coinvolte. «Abbiamo bisogno che si sospenda la procedura di mobilità, perché dobbiamo salvaguardare questi lavoratori»: serve l’impegno e l’intervento del governo, della Camera dei deputati e del Comune di Roma. «Crediamo che anche il presidente di Confindustria debba spendere una parola visto che la Mapei – sottolinea Camusso – è uno dei fruitori dei servizi di Milano 90», insieme al Tar del Lazio ed all’Autorità per l’energia.

Per Camusso la normativa sugli appalti «attualmente è costruita in modo tale che si scarica sempre sui lavoratori».