Abbandonati in mare. Da ore non si hanno più notizie di tre imbarcazioni con almeno 270 migranti a bordo. A renderlo noto è stata, in tre comunicazioni consecutive, Alarm Phone, la piattaforma che assiste i migranti in difficoltà nel Mediterraneo. Gli ultimi due allarmi sono di ieri, il primo a proposito di un gommone al largo della Libia: «Cento persone sono in grave pericolo», ha denunciato Ap. «Ci hanno appena contattato: il gommone si sta sgonfiando e un tubo sta scoppiando. Allertate le autorità, speriamo il soccorso arrivi subito. Non lasciate che avvenga un altro naufragio e soccorreteli immediatamente!». Secondo Alarm Phone in seguito la cosiddetta Guardia costiera libica si sarebbe fatta viva rifiutandosi però di intervenire. «Dicono di non poter soccorrere», ha scritto su twitter Ap.

Martedì notte il secondo caso: un’imbarcazione con venti persone che si trovava in acque territoriali maltesi. «Ci hanno chiamato alle 20», raccontano i volontari della piattaforma. «Abbiamo provato a contattare Armed Forces Mt (le forze armate maltesi, ndr) ma nessuno risponde». Infine ieri sera, la terza segnalazione che riguardava un’imbarcazione con 150 persone che si trovava sempre in zona Sar di Malta. «Un altro giorno folle nel Mediterraneo centrale e le autorità europee guardano le persone in pericolo dall’alto», ha scritto Ap.

Ci sarebbe una tragedia, invece, dietro la scomparsa di un gommone con 65 persone in difficoltà anche questo di fronte alle coste libiche. Sempre Alarm Phone aveva lanciato l’allarme il 15 agosto chiedendo un intervento per soccorrere i naufraghi. Soccorsi che però non sono mai arrivati, al punto che l’imbarcazione sarebbe affondata. Non si hanno notizie di eventuali superstiti.

Nonostante le condizioni del mare non siano tra le migliori (ieri il forte vento ha impedito l’attracco a Lampedusa della nave quarantena) e nonostante ormai da tempo non ci siano le navi delle ong a soccorrere i migranti (la Sea Watch 4 dovrebbe arrivare in zona tra venerdì e sabato prossimi), le partenze dalla Libia e dalla Tunisia non si fermano. Come dimostra la sequenza di sbarchi che anche ieri si sono succeduti nell’isola delle Pelagie, dove in poche ore sono arrivati 230 migranti. L’ultima imbarcazione, con una trentina di persone, è stata soccorsa a poca distanza dalle coste dell’isola. Tutti i migranti sono stati trasferiti nell’hotspot di contrada Imbriacola, ormai sovraffollato oltre ogni limite e dove, in una struttura capace di ospitare al massimo 190 persone, trovano posto in più di mille tra uomini, donne e bambini.

A peggiorare le cose c’è poi l’incidente occorso due giorni fa quando il traghetto Sansovino, utilizzato oltre che per il collegamenti tra le isole anche per trasferire i migranti a Porto Empedocle, durante la navigazione ha perso il portellone. «Mi chiedo cosa altro deve succedere perché il governo si decida a proclamare lo stato d’emergenza per Lampedusa, visto che senza un provvedimento straordinario sembra impossibile poter affrontare in modo adeguato le numerose e differenti problematiche con le quali dobbiamo quotidianamente fare i conti sulle nostra isola»», si è chiesto il sindaco Totò Martello. Una richiesta, quella di proclamare lo stato d’emergenza, ripresa ieri anche dal governatore della Sicilia Nello Musumeci.

Il maltempo non ha però rallentato il piano messo a punto dalla prefettura di Agrigento per alleggerire la pressione sull’isola e 164 migranti, tutti risultati negativi al tampone rinofaringeo, sono stati trasferiti in Calabria e Piemonte. 76 sono arrivati ieri sera a Castello di Annone, in provincia di Asti, provocando la reazione del governatore Alberto Cirio, secondo il quale «l’impegno del Viminale era quello di sospendere gli invii» nella Regione.