Una manovra da 26 miliardi per i diritti, la pace e l’ambiente. A dimostrare, ancora una volta, che è possibile, tabelle, conti e numeri alla mano, è Sbilanciamoci!, che oggi presenta la sua quindicesima contromanovra, «Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace e l’ambiente», a Roma (Fandango Incontro, via dei Prefetti 22, ore 10,30), all’interno della giornata organizzata insieme alla Campagna 005.

Il rapporto, come di rigore ha fatto finora ogni documento programmatico annualmente presentato da Sbilanciamoci!, propone un’analisi approfondita sia di quello che riguarda il contesto nazionale sia di quello europeo attuale ma anche e soprattutto presenta proposte concrete per cambiare strada: 106 alternative specifiche e dettagliate sia sul versante delle entrate che su quello delle uscite.

I tagli della spesa pubblica sbagliata, come quella per la Difesa e per le «grandi opere», una tassazione progressiva come prevede la nostra Costituzione, possono consentire di investire nel lavoro, nella tutela dell’ambiente e nella redistribuzione della ricchezza a partire dalla sperimentazione di un reddito minimo garantito.

E a sfatare i tanti, troppi granitici luoghi comuni sulla spesa pubblica ecco quest’anno il rapporto di Lunaria, dal titolo molto significativo: «I diritti non sono un costo. Immigrazione, welfare e finanza pubblica», che sarà presentato, sempre presso «Fandango Incontro», via dei Prefetti (Roma), domani alle 10.

Anche questa è una analisi dettagliata e rigorosa della spesa pubblica sociale italiana imputabile ai cittadini stranieri. Vale a dire è la dimostrazione concreta ed empirica che accogliere, includere, garantire i diritti di cittadinanza è non solo giusto ma anche conveniente per la finanza pubblica.