24 ore per salvare Alitalia
Allarme rosso Riggio (Enac): senza nuovi capitali da domani la compagnia resta a terra. Poste entra nella nuova cordata, Air France confermata. Oggi al cda servono almeno 500 milioni
Allarme rosso Riggio (Enac): senza nuovi capitali da domani la compagnia resta a terra. Poste entra nella nuova cordata, Air France confermata. Oggi al cda servono almeno 500 milioni
Su Alitalia è allarme rosso, e a lanciarlo è il presidente dell’Enac Vito Riggio, che ieri ha incontrato i vertici della compagnia per verificare la continuità aziendale. L’ente per l’aviazione civile ha dato un ok di massima per la prosecuzione, ma nel contempo Riggio ha avvisato che se non arriveranno almeno 500 milioni nelle casse dell’azienda, in occasione del cda convocato per oggi, «da sabato (cioè da domani per chi legge, ndr) Alitalia resta a terra».
La «buona» notizia è che i soldi si sarebbero trovati. Sembra essersi chiarito infatti il profilo della nuova cordata messa su dal governo: l’azienda prescelta per investire quasi un quinto dei 500 milioni necessari è Poste, che dovrebbe entrare oggi con una quota di 75 milioni di euro, acquisendo dal 10 al 15% delle azioni. Ulteriori 75 milioni verrebbero da altri soggetti pubblici: forse parteciperà Ferrovie, mentre Fintecna ieri sembrava allontanarsi. I vecchi investitori della Cai sborserebbero altri 150 milioni, 75 dei quali arriverebbero dalla sola Air France, che dunque conferma di volersi ritagliare un ruolo privilegiato. I 200 milioni che restano per assicurare la sopravvivenza e far superare il week end alla compagnia, saranno reperiti aprendo una linea di credito con le banche.
Per tutta la giornata di ieri comunque non sono cessate le preoccupazioni, innanzitutto da parte dei sindacati e dei 12 mila dipendenti (per non parlare dell’indotto), raggelati dalla prospettiva di un commissariamento. Tra l’altro preoccupava anche la prospettiva che a rilevare tutto fosse Air France: se avesse carta bianca, la compagnia francese ha già fatto intendere che procederebbe a ben 4 mila esuberi. Quindi il governo ha tentato fino all’ultimo di «puntellare» la parte italiana della proprietà, in modo da farla presentare con maggior forza al momento del confronto con Air France-Klm.
Cgil, Cisl e Uil, in una allarmatisssima nota comune, ieri hanno chiesto al governo di salvare con un intervento finanziario, per mezzo delle controllate del Tesoro, la ex compagnia di bandiera. «In Europa – scrivono i sindacati – i principali vettori aerei, da Lufthansa a Klm, ad Air France, vedono la partecipazione dei governi nel pacchetto azionario e una forte influenza nell’indirizzare le scelte strategiche e le politiche industriali delle compagnie aeree di bandiera. Cgil, Cisl e Uil ritengono perciò indispensabile e improcrastinabile che lo Stato italiano, attraverso le finanziarie di cui dispone, intervenga per dare certezze e prospettive di operatività e indirizzo ad Alitalia, assicurando in tal modo, non la generica prosecuzione di un assetto societario, ma la possibilità di salvaguardare e incrementare le rotte e i collegamenti, il vero patrimonio economico e sociale di cui il Paese ha bisogno e che Alitalia può offrire».
Insomma, non bastano i soldi: i sindacati chiedono al governo di vigilare, attraverso le aziende (in parte pubbliche) che ha chiamato al capezzale della compagnia moribonda, affinché le società estere (a questo punto la cordata Air France-Klm) non procedano ad “annessioni” che annullino rotte e strategie fondamentali per l’Italia.
Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugltrasporti, dal canto loro, hanno indetto una fase di «mobilitazione straordinaria»: restano in allerta cioè finché i nodi della complicata vertenza non si saranno sciolti.
In ogni caso si dovrà aspettare il cda di oggi per avere l’«elenco finale» degli investitori. Cassa depositi e prestiti, ad esempio, protagonista in questi giorni di diverse vicende economiche (entra nella «manovrina» di aggiustamento del deficit pubblico, acquisendo, per poi rivendere, beni del demanio per 500 milioni di euro), pare del tutto esclusa: il presidente della fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, ieri ha spiegato che la Cdp «certamente» non può investire in Alitalia, poiché, come hanno ricordato presidente e ad, «lo statuto impedisce di investire in una società in perdita». «Fintecna – ha poi aggiunto – non ve lo so dire, perché non mi occupo di quella materia».
Ieri l’Enac ha comunque verificato che i requisiti essenziali per la continuità operativa ci sono. Rimangono positivi, ha spiegato l’ente, gli indicatori della sicurezza delle operazioni, della regolarità e del rapporto con i passeggeri. Alitalia «dovrà comunque continuare a garantire – ammonisce l’Enac – il pieno rispetto dei requisiti di sicurezza delle operazioni e dei regolamenti a tutela dei passeggeri».
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