I cittadini russi possono pure fare sogni inquieti. Secondo i servizi di sicurezza (Fsb) esistono più di 200 fabbriche che possono essere altamente nocive e pericolose per le persone che vi vivono vicine. Lo scoop arriva da Kommersant il giornale della Confindustria russa che ieri ha reso nota una missiva ufficiale inviata dal Fsb ad aziende nelle cui vicinanze si terranno i mondiali di calcio dell’estate 2018 secondo cui «la produzione dalla prima alla quarta classe di pericolo potrebbe fermarsi in 11 regioni». Tra le grandi imprese, questo stop potrebbe riguardare la raffineria di Mosca di Gazprom Neft, il porto di San Pietroburgo, i terminali petroliferi del territorio di Krasnodar.

L’ordinanza dovrebbe entrare in vigore già un mese prima del primo calcio d’inizio (14 giugno 2018) e coinvolgere aziende distanti perfino 400 chilometri dalle città dove si terranno gli incontri calcistici.

La decisione ha creato più di una perplessità e malumore. Secondo Maxim Meyksin, un dirigente dell’amministrazione di San Pietroburgo, questa scelta è sorprendente «perché la scorsa estate ai tempi della Confederation Cup non ci era giunta alcuna comunicazione». Insomma, se non erano pericolose 6 mesi fa come mai lo sarebbero diventate improvvisamente oggi?

Molte aziende intenderebbero impugnare il diktat. Secondo la dirigenza della Arkonik SMZ «molti processi di lavorazione sono continui e l’arresto della produzione potrebbe provocare gravi perdite finanziarie e abbassare l’immagine dell’azienda» dal punto di vista delle sue garanzie contro l’inquinamento. E alcuni regioni come quella di Nizny Novgorod, dove è arrivato il preannuncio di sospensione cautelativa delle attività a 135 aziende, le conseguenze economiche potrebbero essere significative.

Sul piede di guerra anche le associazioni ecologiste. La Vpered ha emesso un comunicato in cui ci si chiede se «la sicurezza è la protezione contro le nocività sia solo ad appannaggio dei tifosi stranieri o anche di tutti i russi». La situazione generale ambientale del resto in Russia resta difficile. Secondo alcuni recenti studi pubblicati nel paese il 40% del territorio russo mostra sintomi di stress ambientale significativo a causa di deforestazione, incendi, spreco energetico, inquinamento e presenza di scorie nucleari sul territorio.