Il confronto è con la rivoluzione francese, dalla caduta della Bastiglia al terrore per finire con la restaurazione. E non è quindi un caso che Alessandro Fabbri, Ludovica Ramoldi e Stefano Sardo, gli sceneggiatori della trilogia giunta al secondo capitolo dedicata agli anni di Tangentopoli, affidino all’anima nera della serie Ludovico Notte (Stefano Accorsi) una citazione di Danton nell’incipit dell’episodio pilot, mentre si affaccia da una finestra dell’Hotel Raphael Roma a contemplare la folla che scaglia le monetine contro Bettino Craxi.

La nuova stagione – 1993 sottotitolo ogni rivoluzione ha un prezzo – si apre proprio su quel 30 aprile 1993. La prima Repubblica è caduta è tutti corrono per occupare i posti lasciati vacanti, ma è soprattutto l’anno in cui Silvio Berlusconi (Paolo Pierobon), matura l’idea di «scendere in campo». «L’idea originale di questo progetto – spiega Lorenzo Mieli, ceo di Wildisde – era di raccontare personaggi che sono sempre stati guardati attraverso lenti deformanti e mai per quello che sono stati: Bossi e Berlusconi, così come gli uomini della procura di Milano. Vincitori e creatori di un periodo lunghissimo, che abbiamo cercato di raccontare da un punto di vista più vicino, dal di entro». L’ambizione della fiction – venduta nella prima stagione in più di 100 paesi – è quella di narrare i tre anni cruciali della storia recente italiana, mescolando finzione ai protagonisti veri di quelle vicende. Accanto alle manovre di palazzo – nei nuovi otto episodi in onda a partire da martedì 16 maggio alle 21.15 su Sky Atlantic HD e Sky Cinema Uno Hd, si accendono i riflettori su nuove figure e personaggi reali – Massimo D’Alema interpretato da un curioso Vinicio Marchioni – protagonisti di storie dai contorni non ancora chiariti del tutto.

Così il romanzo corale – la regia è di Giuseppe Gagliardi – gioca ancora più sui dettagli oscuri e sull’ambiguità, sulla discesa all’inferno del parlamentare leghista Pietro Bosco (Guido Caprino) e i dilemmi morali della imprenditrice Bibi Mainaghi (Tea Falco). Episodi di fantasia si alternano alla cronaca: il cappio leghista in Parlamento, l’attentato mafioso a Costanzo di fronte al teatro Parioli dove rimane coinvolta la starlette Veronica Castello (Miriam Leone), lo scandalo Enimont e quello della sanità e degli emoderivati.

«Questa stagione – spiega Andrea Scrosati, Vp programming di Sky Italia – sintetizza quella grande oscurità. Il terrore di quegli anni è quello di un Paese decisamente molto confuso che non sa ancora cosa sta accadendo, con forze che reagiscono alla rivoluzione nemmeno note all’opinione pubblica e una perdita complessiva di punti di riferimento».