Con una straordinaria visione di massa il regista mette in scena l’antefatto e la conclusione di un episodio poco conosciuto perfino in Inghilterra della storia inglese, il massacro di Manchester del 16 agosto 1819 che prese il nome di Peterloo alludendo al luogo dove avvenne (St. Peter’s Field) e alla battaglia di Waterloo che vedeva i reduci arrivare da poco. In realtà si trattò di una grande sconfitta per la democrazia e per il popolo (un migliaio di uomini donne e bambini vestiti a festa) che mentre manifestava pacificamente, in favore del suffragio universale fu accerchiato dalla cavalleria del 15° Ussari. Si contarono 14 morti e quasi un migliaio di feriti. Leigh si serve di materiali poco utilizzati al cinema, come i discorsi pubblici, i dibattiti, spesso stilizzati su grande schermo e ridotti a poche parole chiave lasciando poi il campo all’azione.

NEL SUO FILM, come a spiegare il significato delle stampe che ritraggono il massacro, si procede per classi sociali mostrando in maniera quasi didattica la composizione dell’Inghilterra di inizio ’800 come poi si ritroverà nelle pagine di Marx alcuni decenni dopo: Manchester e le sue industrie tessili, l’estremo impoverimento del popolo dopo la guerra, lo sfruttamento del lavoro di donne e bambini, il grado di giustizia del tutto approssimativo, l’habeas corpus assente. In questo contesto si mostra come operano le componenti politiche, quali sono le istanze e il tono del linguaggio usato, un interessante panorama di terminologie che crea barriere insormontabili tra popolo e le classi alte.

TUTTI I DISCORSI riportano puntualmente quelli autentici, il dialetto del popolo è stato precisamente ricostruito (ci chiediamo cosa resterà di tutta questa precisione filologica nel nostro doppiaggio, sarà un secondo «massacro») a renderlo quasi un documentario in presa diretta del passato, ma anche un impressionante scenario per il presente. Tutta la scala sociale è mostrata dal film senza semplificazioni con l’alleanza di magistrati, proprietari terrieri e industriali mentre esercito, polizia e informatori sono al loro servizio. Dall’altra parte la composita scena dei movimenti politici si esprime con un linguaggio totalmente diverso, dall’estremismo al miope movimentismo, fino all’organizzazione della manifestazione pacifica e di massa per la rappresentatività parlamentare da parte della Manchester Patriotic Union con i discorsi trascinanti di Henry «Orator» Hunt rappresentante di punta della democrazia radicale, arrestato per sedizione insieme ad altri leader locali.

È UTILE per il pubblico dei giorni nostri porsi a confronto con queste pagine della democrazia inglese dell’800,la più antica d’Europa come insegnano a scuola nata già almeno due secoli prima, per compararla con la nostra e fare i conti con quello che rimane dei vecchi retaggi, degli errori politici, della storia che si ripete sotto forme diverse, dello sfruttamento e dei diritti umani.
L’attualità del film è tutta interna ai problemi della democrazia, del conflitto tra chi ha potere e chi non ne ha . E non solo per il paragone con quello che succede negli Usa o in Gran Bretagna, ma per i milioni di rifugiati senza tetto che hanno perso tutto.