Dal 2011 ad oggi dalla Siria sono fuggiti 4 milioni di civili. Altri 7 milioni sono sfollati interni. Si scappa dalla guerra, dal colera che ormai si sta diffondendo come nel vicino Iraq, dalla fame, dalle brutalità dell’Isis.

Moltissimi sono fuggiti per i raid Usa. Oggi si fuggirebbe invece per quelli russi, dice il Forum di Ong internazionali e siriane, basato in Turchia. In un comunicato pubblicato dall’Ansa, le 47 organizzazioni che ne fanno parte stimano le conseguenze dell’intervento di Mosca: 130mila civili sarebbero fuggiti da Aleppo, Idlib, Hama perché «i bombardamenti russi e governativi siriani prendono di mira aree dove c’è un’alta concentrazione di civili, scuole, ospedali e mercati». Molte ong hanno dovuto sospendere le attività, aggiunge il Forum.

«I combattimenti sul terreno – concludono le 47 ong – hanno causato nuovi rischi per i civili, perché destabilizzano zone che erano state relativamente stabili e sicure. Una nuova realtà che ha costretto almeno 129mila civili a fuggire da Aleppo, Idlib e Hama». Città stabili e sicure? La terminologia usata dal Forum è per lo meno fuorviante, un errore grave: Aleppo, seconda città siriana, è da tre anni divisa tra esercito governativo, opposizioni moderate e Fronte al-Nusra. Gli stessi qaedisti controllano interamente Idlib, mentre da Hama, dopo anni di disputa militare, sono stati allontanati dal governo.

La Siria soffre le conseguenze di 4 anni di guerra globale, di cui i raid russi non sono che l’ultima faccia.