«La magistratura non è antagonista del governo». Così Giuseppe Santalucia presenta il congresso dell’organizzazione che presiede, l’Associazione nazionale magistrati, in programma da venerdì prossimo a Palermo, con Mattarella che sarà presente il giorno dell’inaugurazione, mentre il ministro Nordio potrebbe dare forait, impegnato a Venezia per il G7 della giustizia. Il titolo del 36° congresso dell’Anm è tutto un programma: «Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione». Sullo sfondo si sentono gli echi del caso Apostolico e di quello di Artem Uss, con tanto di ispezione ministeriale alla procura di Milano. «Dobbiamo capire come prevenire il pericolo di non apparire imparziali – ha detto ancora Santalucia -. Il mestiere di magistrato è un lavoro complesso e va data fiducia alla magistratura».

E ancora: «Ci si muove sulla linea di ridurre la quota di magistrati togati e di separare le carriere: noi siamo rispettosi degli altri poteri». Ieri pomeriggio il ministro Nordio si è intrattenuto per oltre un’ora a Palazzo Chigi. All’uscita ha detto una sola frase ai cronisti: «Work in progress». Con ogni probabilità il riferimento è alla riforma della giustizia, che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri a metà maggio. O forse addirittura prima, anche se presentarlo la settimana prossima (cioè a pochi giorni dal congresso dell’Anm) suonerebbe come una vera e propria dichiarazione di guerra alle toghe. Anche perché i magistrati vorrebbero essere consultati sul punto. Se prima o dopo il passaggio in Consiglio dei ministri è indifferente. «A volte abbiamo chiesto di essere ascoltati prima e ci è stato detto che era troppo presto – il commento sarcastico di Santalucia -, altre volte dopo e ci hanno detto che era troppo tardi. A noi va bene sempre, l’importante è che sia prima della pubblicazione in gazzetta ufficiale». Sempre ieri, a Roma, durante il convegno intitolato «Comunicazione giudiziaria e libertà di pensiero del magistrato», l’ex presidente dell’Anm ed esponente di Area democratica per la giustizia ha offerto qualche coordinata su quello che sarà il congresso della settimana prossima.

«Nell’ultimo anno l’attacco ai magistrati che hanno reso decisioni sgradite alla maggioranza politica è diventato una costante – ha spiegato in apertura dei lavori -. Spesso esso è stato condotto verso l’indipendenza di giudizio del magistrato, andando a cercare nella sua vita privata qualcosa che, mistificata e comunicata ad arte, abbia potuto dare all’opinione pubblica l’impressione di un suo pregiudizio, di una partigianeria che ne ha guidato la penna». E infine: «Abbiamo contrastato e ogni giorno combattiamo contro questa deriva che rischia sia di inquinare definitivamente il dibattito pubblico intorno alla giustizia sia di generare sfiducia verso la magistratura. un gruppo come Area non può non interrogarsi sul fondamento ed i limiti della libertà di manifestazione del pensiero dei magistrati».