Il presidente dell’Uruguay, l’ex guerrigliero tupamaro José «Pepe» Mujica, ha espresso costernazione per le critiche rivolte dall’agenzia antinarcotici delle Nazioni unite riguardo alla legalizzazione della marijuana adottata dal suo paese martedì scorso. «Dite a quel vecchio di non mentire», ha detto Mujica riferendosi al presidente del Jife, Raymond Yans. Quest’ultimo ha affermato che la decisione uruguayana viola i termini degli accordi internazionali sul controllo delle droghe e ignora i risultati scientifici in merito ai rischi che provoca alla salute l’assunzione di marijuana. Yans, che sostiene di ammirare Mijica, ha aggiunto che il presidente è stato «mal consigliato» e ha protestato per non essere stato consultato dal governo uruguayano per discutere la legge che depenalizza il consumo e la produzione di cannabis nel paese. «Con me discute ogni tipo di persona. Che venga in Uruguay e discuta con me quando vuole, ma non faccia proclami», ha rincarato Mujica. Martedì scorso, l’Uruguay è diventato il primo paese che ha legalizzato la marihuana: un esperimento per combattere il narcotraffico, secondo il gogerno. Per il Jife e per la Dea, invece, si tratta di una violazione alla Convenzione unica sugli stupefacenti, firmata dall’Uruguay e da altri 185 paesi nel 1961. Dopo la ratifica del progetto – che il presidente ha presentato circa un anno fa, sostenuto dalle manifestazioni popolari – il paese ha 120 giorni per adottare un regolamento specifico.