Proteste per salari migliori e contro il licenziamento di 30 lavoratori, perché avevano partecipato alle manifestazioni di Lugansk. Sono i minatori di sei miniere di Krasnodon, est ucraino, di proprietà dell’oligarca e tra gli uomini più ricchi al mondo Ahkmetov (che aveva contribuito alla vittoria elettorale di Yanukovich).

Dal 22 aprile sono in sciopero, dopo aver partecipato alle proteste contro il «governo di Majdan» di Kiev. Ieri duemila minatori hanno bloccato gli accessi alle miniere cominciando una contrattazione con il management della proprietà: chiedono salari più alti e migliori condizioni di lavoro. Negoziati ancora in corso, perché, da quanto comunicato dai minatori, le richieste non sarebbero ancora soddisfatte. Ieri anche il gruppo russo dell’acciaio, Nlmk, ha avvertito l’Unione europea che ci potrebbero essere migliaia di licenziamenti in Europa se verranno decise sanzioni economiche contro la Russia a causa della crisi ucraina.

Nlmk impiega circa 2.500 persone in Europa, di cui circa mille in Belgio. Eventuali sanzioni contro settori economici russi come l’acciaio «avrebbero conseguenze negative importanti» sulle attività europee del gruppo.