È stata una giornata impegnativa per il candidato alla presidenza della Commissione Europea Alexis Tsipras e per il presidente del Partito della Sinistra Europea Pierre Laurent, quella di ieri nella capitale della Repubblica Ceca. E tra i temi affrontati naturalmente la crisi ucraina.

La Repubblica Ceca ha assunto una posizione pienamente filo-atlantica e in marzo la Camera dei Deputati ceca ha votato una mozione di censura nei confronti dell’annessione della Crimea alla Russia. La Repubblica Ceca non si differenzia quindi in maniera sensibile dalle posizione di Bruxelles, che sono state fortemente criticate sia da Laurent che da Tsipras.

«Uno degli errori principali della politica estera condotta dall’Unione Europea è stato quello di aver espresso sostegno al nuovo governo ucraino, che ha al suo interno forze neofasciste – ha martellato Tsipras – Il ruolo della Russia non è stato certo positivo e in accordo con il diritto internazionale, ma l’Europa deve cercare ora una soluzione di pace e cooperazione».

Una posizione sostanzialmente condivisa anche da Pierre Laurent, secondo cui la politica estera dell’Unione Europea è «sotto la tutela degli Stati Uniti e della Nato». Una politica, che invece di diminuire le pressioni interne all’Ucraina, porta invece alla sua destabilizzazione. «L’Unione Europea è a traino della politica estera americana, mettendo in grave pericolo il destino dell’Ucraina e aumentando il rischio di un nuovo scontro militare in Europa – nota il presidente del Partito della Sinistra Europea – Ma uno delle principali promesse dell’integrazione europea era invece quella di preservare la pace sul continente anche nel XXI secolo».

Secondo Laurent a partire dall’Ucraina l’Unione deve ripensare le linee guide della sua azione politica all’estero all’insegna della pace e della cooperazione internazionale. «Negli ultimi anni l’UE è sembrata incapace di condurre una politica di cooperazione e di un confronto sereno con i suoi vicini non soltanto a Est ma anche nel Mediterraneo o nell’Africa». Il tema di un reset dell’impostazione dell’impostazione della diplomazia europea non riguarda quindi soltanto l’Ucraina ma anche altri scenari di crisi, in cui l’Europa non ha saputo giocare un ruolo positivo nella ricerca della risoluzione dei conflitti interni e internazionali.

Nei dibattiti all’Università e alla sede del Partito comunista di Boemia e Moravia, che ha dato un supporto attivo alla visita di Laurent e Tsipras, è risonato anche il tema della responsabilità di bilancio europea. «Non fare la fine della Grecia» è stato infatti lo slogan di successo delle forze di destra nelle elezioni parlamentari del 2010, mentre l’attuale esecutivo guidato dai socialdemocratici ha dato via al processo di adesione del Paese al Fiscal Compact.
«Vogliamo rimettere in questione i trattati europei, voluti fortemente dalla Germania, perchè, come mostrano i dati disastrosi sul Pil, occupazione e disoccupazione della Grecia, la cura dell’austerity non funziona – ha ribadito Alexis Tsipras – Vogliamo creare lo spazio, affinché siano possibili investimenti europei massicci nell’economia e nell’istruzione, che sappiano migliorare le condizioni dei giovani e delle altre fasce penalizzate dall’Europa dominata dai mercati finanziari».

A pochi mesi dalle elezioni europee del 25 maggio, in cui il Partito della Sinistra Europea ha l’ambizione di formare il terzo gruppo parlamentare più grande, si terranno anche le elezioni parlamentari in Grecia, dove Syriza ha una possibilità concreta di arrivare prima e quindi di formare un proprio governo. «Syriza al governo non rappresenta un rischio sistemico per l’Unione Europea ma un’opportunità per cambiare rotta», assicura Tsipras. Tuttavia pesa ancora l’ombra delle ultime elezioni, quando la sinistra radicale europea non seppe rispondere alla campagna di paura condotta nei confronti di Syriza dalle istituzioni europee e che aiutò in maniera determinante la vittoria della Nuova democrazia. «Perciò le iniziative non si concluderanno con le elezioni, ma in autunno il Partito della Sinistra Europea riunirà un Forum delle Alternative Europeo, a cui saranno invitati i sindacati, i movimenti e gli eletti, che resistono a questa Unione Europea», ha annunciato Pierre Laurent durante l’incontro con i comunisti cechi.