Non è un indulto mascherato, come lo definisce Beppe Grillo nel suo blog, e non gli assomiglia nemmeno. Il decreto legge del governo nulla ha a che fare con la clemenza: non produce effetti in modo automatico sulla popolazione detenuta. Grillo nel suo blog critica ferocemente il decreto e si sofferma su tre questioni: la liberazione anticipata, la costruzione di nuove prigioni e il braccialetto elettronico.Nulla dice invece su altre due più rilevanti questioni.

Non sappiamo quale sia il suo pensiero, su altre ben più rilevanti norme presenti nel decreto: la modifica della legge sulle droghe e la previsione di strumenti di tutela dei diritti delle persone detenute. A otto anni da quell’obbrobrio giuridico che è la legge Fini-Giovanardi, finalmente è stato avviato un percorso in direzione opposta e meno repressiva.

Le norme presenti nel decreto, seppur in forma timida e del tutto insufficiente, avviano una inversione di tendenza nel segno della minore punizione e della minore carcerazione per chi viene fermato con una quantità minima di sostanze. Il tutto in attesa che la Corte Costituzionale si esprima il prossimo febbraio sull’intero impianto della legge sulle droghe. Circa il 30% di chi frequenta il blog di Grillo sceglie l’abolizione della legge Fini-Giovanardi quale via per risolvere il sovraffollamento.

Eppure su questo tema non una parola è presente nel blog, né abbiamo visto una proposta alternativa di legalizzazione o forte depenalizzazione da parte dei deputati del M5S. Nelle prossime settimane vi sarà il dibattito parlamentare e ci auguriamo di trovare Giovanardi e i deputati 5 Stelle su fronti contrapposti. È troppo facile usare il tema dell’edilizia penitenziaria per sostenere l’incapacità governativa.

Noi non abbiamo mai creduto al Piano Carceri. Dalle pagine di questo giornale lo abbiamo criticato sin da quando lo misero in piedi Berlusconi e Alfano, sul modello della Protezione Civile di Bertolaso, ovvero sganciato da controlli e regole. Non meglio ha fatto il ministero di Giustizia: la gestione dell’edilizia penitenziaria nel tempo è stata affidata a chi aveva avuto ruoli di vertice nella direzione dei Gom, il gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria che a sua volta era coinvolto nella gestione di quel carcere improvvisato, luogo di torture, che è stato Bolzaneto.

Detto questo la soluzione edilizia al sovraffollamento è una strada concettualmente pericolosa. Asseconda pulsioni emotive e politiche dirette a costruire un diritto penale massimo e pervasivo. E’ stata la via di Reagan e Thatcher. Negli anni il modello dell’internamento di massa è stato esportato fino a risolvere in questo modo, indecente, il grande tema dell’immigrazione non regolare.

Grillo ha una grande responsabilità. Può schierarsi insieme alla Lega, a Forza Italia (garantista solo coi colletti bianchi e con il suo capo) e a Fratelli d’Italia costruendo un asse securitario, populista e xenofobo, oppure può giocare in modo libero la partita senza urlare all’indulto. Un terzo del suo mondo si è espresso sul suo blog per buttare via la Fini-Giovanardi. Faccia presentare un emendamento in questa direzione ai suoi parlamentari. Ieri abbiamo visto una puntata della trasmissione Presa Diretta dedicata ai morti nelle mani dello Stato. Non ostacoli la nascita di una figura ispettiva di tutti i luoghi di detenzione e dica cosa ne pensa dell’unico delitto che manca nella legislazione italiana onnivora, ovvero il crimine di tortura.