La tregua, se mai c’è stata davvero, è finita presto. Ma del resto era chiaro che non ce l’avrebbe fatta a resistere. E così ieri Silvio Berlusconi è tornato all’attacco dei giudici, nonostante i paletti posti dal pg di Milano che, nell’affidarlo ai servizi sociali, lo aveva diffidato chiaramente proprio dall’attaccare le toghe. Troppo, evidentemente, per l’ex Cavaliere convinto di essere una vittima e non un condannato. E così, una volta trovatosi di nuovo nel suo ambiente naturale, cioè di fronte alle telecamere del Tg5, rispolvera i vecchi toni da battaglia, anche se più misurati rispetto al passato: «Negli ultimi venti anni sono sempre stato candidato alle europee, questa volta sono stato colpito da un’ingiustizia enorme, una sentenza mostruosa, frode fiscale, io che sono forse il primo contribuente italiano. Ma ho assoluta fiducia che la corte dei diritti europei annullerà la sentenza», dice. In realtà la corte di Strasburgo si è già pronunciata per la seconda volta contro l’annullamento delle pene accessorie che gli impediscono di candidarsi, ma fa niente.
Annunciata inizialmente per venerdì sera, l’intervista con il Tg di famiglia era stata sospesa dal cavaliere, che tutto avrebbe voluto tranne che farsi coprire dalla conferenza stampa in cui il premier Renzi annunciava i provvedimenti del governo. Ieri, invece, nel silenzio generale in cui gli altri partiti hanno trascorso la vigilia della Pasqua, Berlusconi ha l’attenzione di tutti solo per sé. Per l’occasione rispolvera anche la location del ’94, anno della sua discesa in campo, con la scrivania e dietro le spalle la libreria con le foto di famiglia. Nonostante l’atmosfera ovattata i toni sono nervosi, frutto della consapevolezza di dover fare una campagna elettorale tutta in salita. Come prima cosa cerca quindi di rassicurare gli elettori in vista delle europee: «Nella scheda elettorale ci sarà il nostro simbolo e anche il nome Berlusconi: questo garantisce ai moderati che io sono in campo», dice con tono suadente.
Ma non basteranno certo le belle parole a trattenere un popolo che gli sta voltando le spalle. I sondaggi più benevoli danno infatti Forza Italia al 19,2%, ben al di sotto di Beppe Grillo, attestato al 24% e lontanissimo dal 33,3% del Pd di Renzi. E’ contro Grillo e Renzi, ma anche contro il detestato Alfano, che quindi muove all’attacco. Del comico genovese arriva addirittura a copiare se non i toni esagitati, quanto meno le parole: «L’Europa a trazione tedesca ha imposto una politica di rigore che ha portato solo crisi», afferma. Per poi promettere, proprio come Grillo, che in caso di vittoria verranno riscritti «tutti i Trattati europei firmati con la pistola alla tempia delle spread».
A Renzi rimprovera invece proprio quello per cui il premier si è vantato, e cioè di aver fatto una manovra di sinistra: «Non c’è stata nessuna riduzione delle tasse», dice parlando anche al Ncd di Alfano. «I governi della sinistra le hanno mantenute sulla casa, poi hanno aumentato l’imposizione sulle rendite finanziarie. Anche presentando i provvedimenti con brio e le slide, non si riesce a evadere la ricetta sempiterna della sinistra: sempre più tasse». Infine afferma di essere sicuro di conquistare alle prossime elezioni politiche una maggioranza assoluta che gli permetterà di avere un governo «con soli ministri di Fi».
Unica concessione, la volontà di rispettare il lavoro alla residenza per anziani di Cesano Boscone, per la quale dice di non avere nessun problema: «Questo non mi ha fatto assolutamente dispiacere – rassicura – perché ho sempre cercato di aiutare chi ha bisogno e sono andato spesso, accompagnato dalla mia mamma, a portare conforto e aiuti concreti».
Nel silenzio generale, l’unica replica a Berlusconi arriva da quello che una volta era uno dei suoi uomini più fidati: «Per arrivare addirittura ad una maggioranza assoluta di moderati – dice Fabrizio Cicchitto – ci vorrebbe un partito realmente moderato, ma Forza Italia oggi è guidato da estremisti. Di qui il ruolo del Ncd».