Il 27 dicembre 2002, Brigitte Boisselier, amministratrice delegata di Clonaid azienda fondata dalla setta ufologica dei raeliani, annuncia in una conferenza stampa in Florida la nascita del primo essere umano nato per clonazione. È una bambina nata con parto cesareo alle 11.55 del giorno prima, pesa 3 chili e 200 grammi e si chiama Eve.

LA NOTIZIA finisce sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. In Italia interviene il ministro della Salute, Girolamo Sirchia che definisce l’avvenimento un crimine, per Umberto Bossi è una follia, per il Partito radicale, invece, il vero crimine sarebbe impedire la ricerca. Il Vaticano parla di blasfemia, George Bush e Jacques Chirac intanto confermano che sarà vietata ogni sperimentazione sugli embrioni umani. Per la comunità scientifica la notizia è priva di fondamento. La dottoressa Boisselier non ha pubblicato alcuno studio in materia e non ha presentato i test del Dna per confermare l’esito dell’esperimento. Convocata da un tribunale federale, dichiara che la bambina è nata in Israele per cui la corte non ha giurisdizione.

COME UN gruppo ufologico sia riuscito a far credere a mezzo mondo di essere riuscito per primo a clonare un essere umano, lo racconta la docu-serie Raël: il profeta degli extraterrestri, quattro puntate dirette da Antoine Baldassarri e Manuel Guillon, da poco disponibile su Netflix. Il culto è stato fondato dal francese Claude Vorilhon. Nato a Vichy nel 1946, a 15 anni era scappato di casa per cercare fortuna a Parigi. Per racimolare qualche soldo ha iniziato a suonare per strada, poi in qualche piccolo locale, fino a quando non incontra Lucien Morisse, il produttore discografico e radiofonico che aveva lanciato Dalida. Grazie a lui con il nome d’arte di Claude Celler, incide una manciata di 45 giri. Lo stile è quello di Jacques Brel ma il successo tarda ad arrivare e alla fine Vorilhon decide di inseguire un’altra passione: quella per l’automobilismo. Nel 1971 esce il primo numero del mensile AutoPop, la revue des pilotes, di cui Vorilhon è editore e direttore. La grafica è innovativa, tra la pop art e la psichedelia, e la rivista raccoglie un discreto seguito e continuerà ad uscire regolarmente fino al settembre del 1974. Nel frattempo però Claude Vorilhon farà l’incontro che cambierà la sua vita di nuovo.

IL 13 DICEMBRE del 1973 nei pressi del vulcano spento di Puy de Lassolasun vicino Clermont-Ferrand un disco volante atterra davanti ai suoi occhi. La scena è quella tipica dei film di fantascienza: una luce accecante rossa e bianca, una scaletta si apre, un umanoide lo invita a salire a bordo. È alto un metro e venti ed è un rappresentante degli Elohim. Gli consegna un messaggio per l’umanità e gli assegna il nome di Raël, il messaggero. Vorilhon, taccuino alla mano, trascrive fedelmente tutto e poi lo riporta nel suo Il libro che dice la verità: la specie umana, così come tutta la vita sulla Terra è stata creata attraverso, un esperimento di ingegneria genetica extraterrestre. Buddha, Gesù, Maometto solo alcuni dei profeti che gli Elohim hanno contattato prima di lui. Compito dei fedeli è creare sulla terre le condizioni per il ritorno degli Elohim che guideranno l’umanità in una nuova epoca di pace.

GIÀ NEL 1968 lo scrittore francese Jean Sendy aveva pubblicato La luna: la chiave della Bibbia in cui affermava che il termine Elohim usato nella Bibbia per indicare Dio, dovesse essere inteso al plurale e che i riferimenti alla presenza in cielo delle divinità dovrebbero essere presi alla lettera. Gli Elohim sarebbero una popolazione antropomorfa di antichi astronauti arrivata sulla Terra qualche decina di migliaia di anni fa. Raël non è il primo e non sarà l’ultimo dei «contattisti» ma riesce a creare una religione che in una decina di anni raccoglie oltre centomila seguaci in tutto il mondo. L’obiettivo è costruire un’ambasciata, una base di atterraggio Ufo, preferibilmente in Israele, per accogliere il ritorno degli Elohim entro il 2035. È una religione atea, come tanti movimenti new age raccoglie il bisogno di identità espresso dal riflusso degli anni Settanta. Grazie alla sua esperienza di cantante e giornalista e alla bizzarria del messaggio entra in sintonia con la tv commerciale degli anni Ottanta. In Italia è più volte ospite del Maurizio Costanzo Show.

IL DOCUMENTARIO si sofferma sui «seminari di meditazione sensuale», veri e propri raduni sessuali, a base di nudismo, pubblica masturbazione e sesso non monogamico. È una delle leve che avvicina molti al movimento raeliano ma sarà anche uno dei suoi punti deboli: nel 1992 arriva l’accusa di pedofilia. Raël sposta così la base del culto nel Quebec dove gli viene riconosciuto lo status di religione. Il film mostra le immagini rubate in diversi di questi raduni e appare chiaro che uno degli obiettivi personali di Vorilhon fosse squisitamente sessuale. Molti giornalisti che nel corso del tempo si sono infiltrati con facilità in questi raduni (tra questi, Ivan Carozzi I figli delle stelle, Baldini&Castoldi, 2014) eppure le accuse si limitano ai costumi sessuali del gruppo. Ci sono anche richieste di denaro per sostenere la costruzione dell’ambasciata e la vita agiata del profeta Raël ma i fuoriusciti appaiano più delusi che arrabbiati. Si autocolpevolizzano per l’ingenuità ma non contestano a Raël abusi veri e propri.

LA RELIGIONE raeliana è anticipatoria di tante derive cospirazioniste dei nostri giorni, ma dietro l’alone mistico e scientisteggiante c’è anche un curioso attivismo politico. È quello che porta i seguaci di Raël a costituire diversi gruppi e siti web a sostegno dei diritti Lgbtq, del sex-working, del poliamore o contro la mutilazione genitale femminile. Già dal Libro che dice la verità sono presenti, in forma naïf, alcuni concetti che saranno propri del transumanesimo e dell’accelerazionismo. Nel pianeta degli Elohim l’intelligenza artificiale e la robotica hanno raggiunto la piena automazione: «Lavoriamo solo quando ne abbiamo voglia e solo col cervello. Solo gli artisti e gli sportivi lavorano con il loro corpo, ma perché lo hanno scelto». I raeliani si devono impegnare per raggiungere quello stesso livello di sviluppo scientifico e tecnologico, solo così gli Elohim torneranno sulla Terra. «Il comunismo non riesce a dare agli esseri umani la voglia di fare sforzi e progredire». Serve il «paradisismo», movimento politico che proclama lo sviluppo della scienza come unico mezzo per liberare l’uomo dalla schiavitù del lavoro e del denaro, «forma di comunismo senza proletariato».

ALDILÀ DELLA confusione sulle categorie marxiane c’è uno slancio materialista verso il futuro che il movimento raeliano, tra le sette religiose o ufologiche, è l’unico ad aver incorporato. Soprattutto c’è però una distanza cinica rispetto ai propri stessi fondamenti religiosi. Sebbene Raël descriva con una certa precisione l’aspetto degli Elohim, durante le diverse manifestazioni i raeliani si travestono con pupazzi alieni presi a caso in un qualsiasi centro commerciale. Durante le feste raeliane ci si diverte con spogliarelli e karaoke da piano bar di provincia. Quando in Canada si costruisce UfoLand, attrazione turistica per attirare nuovi fedeli e finanziare il progetto, oltre alla ricostruzione dell’astronave con cui ebbe il suo primo contatto, le sale sono piene di gadget di Star Trek e Guerre Stellari. In fondo è solo pubblicità. La distinzione tra vero e falso è insignificante. Lo spiega Raël quando racconta ai suoi seguaci della clonazione di Eva: «Secondo Brigitte Boisselier la clonazione è avvenuta davvero, ma se pensate che sia un’operazione per farci pubblicità: che meraviglia! Siamo dei geni del marketing». Un altro intervistato spiega che la metà dei raeliani non ci crede, ma non è affatto importante. Con i soldi dei fedeli Raël torna a partecipare a gare automobilistiche con una Lotus completamente brandizzata con i loghi raeliani si diverte a dichiarare alla stampa: «Sono il leader religioso più veloce al mondo. Potrei sfidare il Dalai Lama e il Papa». La religione raeliana è un simulacro che nasconde il nulla, direbbe Baudrillard.

OGGI CLAUDE Vorilhon ha 74 anni, vive in Giappone e resta nel personaggio. Si confronta con la morte e spera ancora di vedere l’ambasciata realizzata. Il successore designato è Brigitte Boisselier, la dottoressa che annunciò la falsa clonazione. Lei sembra ancora più esplicita rispetto al rapporto tra vero e falso: «Se Raël mi dicesse che è stata tutta una bugia, una elaborata operazione di fantascienza, scoppierei a ridere e gli sarei molto grata, non rinnegherei chi sono e quello che ho fatto e non cambierei nulla». Sarà lei a costruire l’ambasciata per gli Elohim.