Il 9 maggio proteste nelle scuole, ad annunciare l’agitazione sono stati i sindacati di base: «Lo sciopero, convocato dai Cobas e da altre organizzazioni del sindacalismo di base, è innanzitutto contro l’Autonomia differenziata: se realizzata, porterebbe alla frantumazione del sistema unitario di istruzione e subordinerebbe l’organizzazione scolastica a scelte politiche ed economiche a essa esterne e estranee. Tutte le materie, oggi di competenza esclusiva dello Stato o in parte divise tra Stato e Regioni, passerebbero a queste ultime, con la creazione di 20 sistemi scolastici diversi».

A scriverlo, in una nota, Piero Bernocchi portavoce nazionale Confederazione Cobas: «L’Autonomia differenziata – ha aggiunto – aumenterebbe la distanza tra Nord e Sud nel sistema scolastico, le diseguaglianze sociali e la diversità di diritti tra i cittadini/e delle varie regioni. Un progetto altamente negativo che va bloccato. Lo sciopero è stato indetto per il 9 maggio perché in tale giornata si svolgeranno gli inutili e dannosi quiz Invalsi nella Scuola primaria, contro la cui funzione negativa e fuorviante lottiamo oramai da venti anni: sono inutili perché non hanno migliorato la qualità della didattica; sono dannosi perché, oltre a far spendere circa 30 milioni l’anno, le ore di buona didattica vengono sostituite da allenamenti ai test su libri venduti dalle case editrici per le quali le prove sono diventate un affare».

I Cobas protestano poi contro la volontà del ministro Valditara di inserire i risultati Invalsi nel curriculum degli studenti e contro il taglio continuo delle scuole, la divisione e gerarchizzazione dei docenti con la creazione di figure artificiali come il tutor e gli orientatori, con i relativi premi salariali per pochi, contro la riduzione a 4 anni degli istituti tecnici e professionali o il liceo del made in Italy.

Infine: «Manifestiamo per esigere l’aumento degli organici, assunzione stabile dopo due anni di precariato e diritto d’assemblea; per sostenere le storiche richieste della Scuola primaria e dell’infanzia per la parità oraria e di retribuzione con gli altri ordini di Scuola; per chiedere rispetto delle differenze, contro il sessismo e le fobie di genere; esigere l’aumento dell’organico per il sostegno». Il ministro Valditara ha liquidato la questione con un comunicato: «Con l’Autonomia differenziata non ci sarà nessuna frantumazione del sistema unitario dell’istruzione. Direi che è una preoccupazione strumentale».