Nella Cgil finisce a botte. Una scenata certamente non voluta dai principali protagonisti dello scontro in atto sull’accordo che regola la rappresentanza – Susanna Camusso e Maurizio Landini – ma che ha coinvolto inevitabilmente anche loro. Ieri a Milano si svolgeva l’attivo regionale dei delegati Cgil, a cui il leader della Fiom non era stato invitato: durante lo svolgimento dei lavori, è entrato Giorgio Cremaschi con una decina di militanti della sua Rete 28 Aprile, chiedendo la parola.

L’assemblea gliel’ha negata, e il gruppo di contestatori è stato spintonato pesantemente verso l’uscita. Lo stesso Cremaschi a un certo punto è caduto, ha spiegato di essere stato preso a schiaffi e spintoni, mentre una persona coinvolta in questo scontro è finita in ospedale con un trauma alla caviglia.

La Fiom, chiamata in causa dai media (erroneamente, in quanto nessuno del sindacato guidato da Landini era presente) ha voluto uscire con un suo comunicato, dissociandosi dalla protesta, ma ribadendo che un problema di democrazia, in effetti, nella Cgil c’è.

Va ricordato tra l’altro che Cremaschi è stato in passato, certamente, un segretario in vista dei metalmeccanici, ma che oggi è iscritto allo Spi Cgil e fa parte del Direttivo della Cgil.
L’attivo in questione poi, come aveva raccontato il manifesto qualche giorno fa, era aperto ai delegati di aziende non iscritte a Confindustria, cui si intenderebbe estendere il contestato accordo del 10 gennaio. Invitati a parlare, però, erano anche segretari che rappresentano lavoratori di aziende confindustriali, come ad esempio la Filctem, la Flai, la Fillea, la Slc. Stupisce quindi, e da qui la protesta Fiom dei giorni scorsi, che proprio Landini fosse stato escluso. Per far parlare solo chi è in linea con Camusso? Il sospetto, fortissimo, è stato da più parti proprio questo.

Camusso, comunque, dopo il blitz ha escluso che ci sia in vista alcuna scissione con la Fiom: «Cremaschi ha perso la capacità di ascoltare e confrontarsi con opinioni diverse», ha detto, spiegando lei stessa che il blitz non è da ascrivere alla Fiom.

La Fiom segnala gli articoli non corretti di corriere.it e repubblica.it: «”Cgil, Fiom irrompe a incontro con Camusso: calci e spintoni”; “Milano, blitz della Fiom volano schiaffi e spintoni”: sono i titoli con cui, rispettivamente, corriere.it e repubblica.it aprono gli articoli su quanto accaduto al Teatro Parenti quando, a quanto ci è stato riferito, a Giorgio Cremaschi è stato impedito l’intervento a un attivo regionale dei delegati al quale la Fiom non essendo stata invitata, non era presente», dicono i metalmeccanici Cgil.

«Abbiamo criticato pubblicamente la decisione di Cgil Lombardia di non coinvolgere i metalmeccanici in una assemblea confederale dei delegati con all’ordine del giorno il testo unico sulla rappresentanza – continua la Fiom – ma non essendo stati invitati non c’eravamo proprio. Nessun blitz, quindi, nessuna irruzione».

«Noi siamo la Fiom: dissentiamo, rivendichiamo, non provochiamo. Non permettiamo a nessuno di strumentalizzare le nostre posizioni, trascinandoci su un terreno che non ci appartiene – concludono i metalmeccanici – Detto questo, consideriamo grave e preoccupante che a un componente del Direttivo Cgil e primo firmatario della mozione congressuale “Il sindacato è un’altra cosa”, sia stata negata la parola».

Lo stesso Landini ha poi commentato che «non far parlare un dirigente della Cgil, segnala una crisi di democrazia nel sindacato».