La notizia è che per Winpool il futuro sindaco di Salerno si deciderà al ballottaggio. L’uscente Vincenzo Napoli (fedelissimo del governatore campano Vincenzo De Luca) è dato al 41,3%. I dati sono stati diffusi ieri dal comitato elettorale della sfidante Elisabetta Barone, che ha commissionato il sondaggio effettuato tra 11 e il 14 settembre. Barone, sostenuta dai 5S e da Art1, è data al 21,4%. Terzo il candidato di centrodestra Michele Sarno a 18,5%. Dal fortino salernitano, inespugnabile finora, arrivano segnali di malcontento: dopo 28 anni (la prima elezione di De Luca a sindaco nel 1993), il blocco deluchiano regge ancora ma non ci sono più i numeri bulgari di una volta.

GLI ASPIRANTI ALLA CARICA di primo cittadino sono nove. Napoli dovrà battere la concorrenza interna giallo rossa, a sostenerlo non c’è il Pd perché a Salerno il partito ha smesso di presentare il simbolo alle amministrative da molti anni. I dem sono nella lista Progressisti per Salerno e in Campania Libera (di diretta emanazione del governatore), completano la coalizione altre 7 sigle. Barone può contare su 7 compagini, tra le quali i 5S e la lista Oltre (formata da un gruppo di consiglieri passati all’opposizione in polemica con il sindaco uscente) più Salerno città aperta, la lista voluta dal deputato di Art1 Federico Conte, che commenta: «Il sondaggio dice che i cittadini stanno guardando con attenzione alle proposte alternative all’amministrazione uscente». Nello schieramento esponenti di Sinistra italiana e malpancisti dem.

Domenica scorsa il ministro Luigi Di Maio è arrivato in città per sostenere Barone: «Vogliamo lavorare con tutte le realtà civiche del territorio per sviluppare un progetto diverso – ha spiegato -. Non è una battaglia, una questione contro qualcuno, è a favore di un’idea». L’imbarazzo è tanto. De Luca ha passato il primo mandato da presidente di regione ad attaccare i 5S e, in particolare, a insultare Di Maio. Adesso sono alleati a Napoli e avversari a Salerno. Così, quando i giornalisti hanno fatto notare al governatore che dal ministro degli Esteri non erano arrivati attacchi diretti, De Luca ha scelto l’ironia: «Avete visto tutti che sono commosso». Se il centrosinistra è spaccato, anche il Movimento è alle prese con la fronda interna. Una parte dei meetup e Rifondazione comunista hanno scelto un’altra candidata sindaca: Simona Libera Scocozza.

UN PASSAGGIO NEI 5S anche per Oreste Agosto, candidato della civica Figli delle chiancarelle, il gruppo nato sui social in opposizione all’amministrazione De Luca. Cinque anni fa era stato scelto dalla base del Movimento come candidato sindaco ma la decisione non venne ratificata (come in altre città) e così non venne schierato. Agosto è conosciuto a Salerno per aver portato avanti insieme a Italia nostra la battaglia contro il Crescent, il complesso residenziale firmato dall’architetto Ricardo Bofill, voluto da De Luca sul lungomare come simbolo delle sue politiche urbanistiche affidate a grandi firme e costato un lunghissimo processo (da cui l’allora sindaco è stato assolto anche in appello). «Il risultato di trent’anni di deluchismo è che oggi Salerno si trova a un passo dal dissesto finanziario, con il volto della città storica sfregiato dal Crescent e dal cemento consumato a fiumi» si legge nel programma dei Figli delle chiancarelle.

A DESTRA due candidati. Il blocco dei partiti maggiori sostiene il presidente emerito della Camera penale, Michele Sarno (indicato da FdI). La Lega in Campania ha messo da parte il brand, qui si presenta sotto le insegne di Prima Salerno. Nella coalizione Fi e tre civiche. Proviene dalla stessa area anche Antonio Cammarota, appoggiato da tre civiche. Sabato scorso Salvini ha fatto tappa in città, nel comizio gli attacchi sono stati tutti per il governatore: «De Luca si sente un monarca, pensa di parlare ai sudditi, fa gli editti. Piazza i figli facendoli eleggere di qua e di là». Domenica è arrivata Giorgia Meloni, stesso copione: «La Campania è la prima regione per disoccupazione e ultima per spesa dei fondi europei. De Luca dovrebbe fare meno dirette social e pensare ai problemi reali. Questa terra non ha bisogno di pagliacci».

I 5S attaccano l’amministrazione sul deficit delle casse comunali: «Il quarto comune per abitanti più indebitato d’Italia, Salerno, è sull’orlo del baratro amministrativo e finanziario. Lo dicono i revisori dei conti svelando l’inettitudine, i trucchi e i disastri di un’amministrazione sprecona. Il debito pro capite dei cittadini di Salerno è 5 volte maggiore di quello dei cittadini di Napoli». Attaccano anche sul cavallo di battaglia di De Luca, antesignano dei sindaci sceriffi: «La vasta operazione antidroga di martedì (23 arresti per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito e spaccio ndr) dice che Salerno città sicura è una chimera presente nei telesproloqui di De Luca e del sindaco a sua insaputa, Vincenzo Napoli. Risse. Baby gang, accoltellamenti, spaccio, ci sono quartieri ad alto rischio di esclusione sociale».

DE LUCA fa la campagna elettorale per il sindaco Napoli a modo suo: alla città ha promesso un nuovo ospedale più il polo della riabilitazione, nell’ambito di un programma di investimenti da 1,3 miliardi. Da Fi Stefano Caldoro: «Il governatore si vuole sostituire ai comuni con il ricatto dei soldi della regione». Nonostante i progetti, Napoli potrebbe andare al ballottaggio. Nel 2016 è stato eletto al primo turno con il 70% dei voti. L’ultima volta che si è andati al ballottaggio era il lontano 2006. Segnali di malcontento erano arrivati alle politiche del 2018: Piero De Luca, figlio del governatore, mancò l’elezione alla Camera proprio nel collegio uninominale di Salerno finendo terzo con 38.305 voti. Per approdare a Montecitorio c’è voluto il paracadute del proporzionale a Caserta.