Un ateneo blindato, due cariche della polizia, due processi per direttissima hanno eclissato quella che doveva essere la notizia del giorno: la richiesta degli studenti di fermare una volta per tutte gli accordi tra La Sapienza e industrie belliche, a partire dai partner più storici, come Leonardo Spa.

La manifestazione dello scorso 16 aprile era stata indetta dal “coordinamento dei collettivi sapienza for Palestine”, sceso in piazza in occasione della riunione del consiglio di amministrazione e del senato accademico della Sapienza sull’onda della richiesta condivisa da buona parte del mondo accademico di interrompere la collaborazione scientifica tra La Sapienza e gli atenei israeliani e gli accordi con aziende belliche che stanno avendo un ruolo determinante nell’escalation militare.

La redazione consiglia:
«Fuori la guerra dalla Sapienza»: studenti caricati dalla polizia

La mobilitazione è iniziata dalla mattina con due ragazzi che hanno deciso di incatenarsi sotto il senato accademico, gli stessi che il 17 aprile hanno scelto di intraprendere uno sciopero della fame, intensificando il loro appello, affinché la rettrice prenda al più presto una posizione chiara, in grado di soddisfare le rivendicazioni della comunità universitaria.

studenti incatenati sotto il Senato Accademico della Sapienza
Studenti incatenati sotto il Senato Accademico della Sapienza

Alle 15 è partito il corteo degli studenti, sostenuto da docenti, ricercatori e lavoratori delle guardianie dell’università, presenti durante la manifestazione.

Alle 17, dopo due ore di riunione, senato accademico e consiglio di amministrazione arrivano al punto dell’ordine del giorno che da settimane le studentesse e gli studenti della Sapienza chiedevano che venisse discusso.

Il punto viene sbrigativamente sciolto con una mozione sul “cessate il fuoco”. Non vengono menzionati accordi e viene ribadito il no al “boicottaggio accademico”.

«Una dichiarazione estremamente timida, immaginiamo dettata dalla gravità degli eventi di questi ultimi giorni che hanno fatto sentire la rettrice costretta a prendere una posizione almeno a parole rispetto a quanto sta avvenendo» dichiara uno studente del Coordinamento collettivi Sapienza for Palestine. «Ma il rifiuto di ascoltare le studentesse e gli studenti circa gli accordi con aziende belliche come Thales e Leonardo dimostra che in questa risoluzione c’è più retorica che determinazione. Nulla di concreto sulle collaborazioni che stanno trascinando l’ateneo verso la complicità con aziende che dall’escalation militare e dalla produzione bellica hanno tutto da guadagnare. Continueremo la mobilitazione finché non otterremo un confronto serio».

Corteo sfila per le vie della città universitaria – Sapienza Università di Roma – 16/04/2024

In replica al cauto documento approvato dal senato accademico, gli studenti decidono di recarsi sotto il rettorato chiedendo che la rettrice si esprimesse in maniera più netta. A rispondere invece è stata la polizia che non ha esitato a usare la forza per impedire agli studenti di raggiungere i cancelli del senato accademico.

In un clima già teso, mentre il corteo continuava il suo corso, viene intercettato e fermato uno studente che in realtà stava tornando a casa. Per lui l’accusa, una volta in commissariato, è aver danneggiato un’automobile della polizia. Immediata la solidarietà degli studenti in corteo che decidono di raggiungere il commissariato San Lorenzo per chiedere il rilascio del ragazzo.

La redazione consiglia:
La cieca repressione degli indifferenti

Qui però arriva perfino una seconda carica, e  un secondo arresto, che cancella nella violenza le rivendicazioni di chi manifestava per un’università pacifica e distante dalle industrie belliche.

Studenti in corteo verso il commissariato San Lorenzo per chiedere il rilascio dei due compagni arrestati – Foto Coordinamento Collettivi Sapienza