«La Rivoluzione dei Garofani, quarant’anni dopo il 25 aprile del 1974, continua a ispirare le nostre lotte per la democrazia e la libertà, che dobbiamo conquistare cacciando via il governo dell’austerità e della dittatura dei mercati imposto dai banchieri e dalla troika». La deputata Catarina Martins, coordinatrice del Blocco di Sinistra portoghese, sottolinea così l’importanza della presenza del presidente di Syriza, Alexis Tsipras, domani a Porto, per l’apertura della campagna elettorale del Blocco. «Lottiamo per la rinegoziazione del debito e l’abolizione del fiscal compact con tutti i movimenti, all’interno di un’ampia lista elettorale per rovesciare le attuali politiche e portare una speranza». Nell’ultimo sondaggio dell’Università Cattolica, svolto per conto delle testate Diário de Notícias, Jornal de Notícias, Rtp (la televisione pubblica portoghese) e Antena 1, pubblicato il 18 aprile, il Blocco di Sinistra è dato al 7%, il Partito Comunista Portoghese (Cdu) al 12%, il Partido Socialista al 36%, il partito conservatore Psd al 30%, l’altro partito conservatore del governo Cds-Pp al 4%, mentre l’astensione è arrivata al 34% e il voto nullo al 7%.

L’anniversario dei 40 anni dalla Rivoluzione dei Garofani divide come mai finora il Portogallo democratico dalla destra

(…) Le celebrazioni ufficiali si svolgeranno in un clima di estrema tensione, perché i militari che hanno fatto la Rivoluzione volevano parlare in parlamento ma la destra si è opposta. Così i militari organizzeranno altri eventi e noi, che festeggeremo combinando la memoria con la cultura viva, quella che si è trovata al centro degli attacchi del neoliberismo, parteciperemmo sia agli eventi ufficiali che a quelli dei militari.

Di cosa ha paura la destra per non accettare in parlamento i «Capitani d’Aprile»?

Hanno paura che i militari che hanno rovesciato la dittatura esprimano forti critiche al governo e alla troika. Noi parleremo a tutti di democrazia, libertà e sovranità popolare, che sono messe in pericolo dalle politiche dell’austerità. Parleremo in parlamento per i militari e fuori dal parlamento con i militari. Il Blocco sarà presente nei grandi cortei a Lisbona e a Porto, e domani comincerà la sua campagna elettorale con una grande assemblea a Porto alla presenza del candidato della Sinistra Europea per la presidenza della Commissione, Alexis Tsipras.

La vostra lista elettorale è molto aperta ai movimenti, alla società civile, alle donne, agli immigrati…

Per il Blocco il problema è come dare risposte concrete alle aspettative e alle lotte dei lavoratori e di tutti quelli colpiti dalla crisi: gli insegnanti, il settore della Sanità, dei servizi, dei trasporti. Ma abbiamo dato fiducia alle persone senza partito e agli indipendenti, tanto che metà dei candidati della nostra lista non appartiene al nostro partito. Nel 2009 anch’io sono stata eletta deputata del Blocco come indipendente e dopo sono diventata membro del partito. E diamo fiducia alle donne, che sono metà dei candidati. Abbiamo una lista estremamente paritaria, l’unica con immigrati e con emigranti portoghesi spinti all’estero dall’austerità. I nostri candidati provengono quasi da tutti i movimenti che lottano, resistono e si mobilitano contro la crisi e la troika.

Avete portato in parlamento una proposta per la rinegoziazione del debito, proponendo in sostanza la sua cancellazione, sostenuta anche da tre ex ministri delle Finanze, socialisti e conservatori, un ex ministro degli Affari Europei, due ex capi delle forze armate, alcuni giuristi e costituzionalisti…

Il Blocco di Sinistra ha sostenuto la necessità di ristrutturare il debito dal primo momento che è iniziata la crisi, tre anni fa. Ci accusavano, come accusavano Syriza, di essere una specie di terroristi dei mercati. Negli ultimi tempi un socialista ha presentato un manifesto con 70 firme di economisti a favore della ristrutturazione del debito. Quando lo abbiano proposto tre anni fa dicevano che era impossibile. E il governo ancora sostiene che non ce n’è bisogno e che non dobbiamo nemmeno discuterne in pubblico, come se fosse un crimine parlare di questo. Oggi però questa rivendicazione è molto popolare e riscuote un grande consenso nell’opinione pubblica, tanto che perfino ex ministri delle Finanze conservatori la sostengono come unica strada praticabile. Il governo attuale aveva promesso di ridurre il debito attraverso i tagli degli stipendi e delle pensioni, con le controriforme, la distruzione della Sanità e dell’Istruzione Pubblica. Il nostro debito però aumenta continuamente e a nuovi livelli record. E le politiche governative e della troika lo hanno fatto crescere di un ulteriore 25%.

 

Il governo di Passos Coehlo, come gli altri governi di Grecia, Spagna e Italia, cerca di mostrare ottimismo per la situazione economica, mentre propone nuove misure di austerità.

Il governo sostiene che l’economia sta migliorando, ma non lo vede nessuno. I tassi di povertà aumentano ad una velocità senza precedenti. Siamo di fronte ad una crisi umanitaria. Passos Coehlo dice che non farà ulteriori tagli. Il Tribunale Costituzionale aveva deciso che nessuno dei tagli avrebbe avuto carattere permanente e che i tagli sarebbero stati validi per il tempo che durava il programma di controllo dalla troika. Passos Coehlo vuole invece trasformare in permanenti tutti i tagli, che riguardano almeno il 20% degli stipendi degli impiegati pubblici e delle pensioni. Ci saranno anche tagli aggiuntivi nel funzionamento dei ministeri, nella Sanità Pubblica e nell’Istruzione. Ma già ora il Portogallo è tornato indietro di almeno un ventennio. Per la prima volta dopo decenni abbiamo avuto casi di persone morte nelle sale d’attesa degli ospedali, aspettando una visita medica. La gente muore perché non ci sono medici, e fare altri tagli nella Sanità e nell’Istruzione Pubblica significa abolire i servizi sociali minimi ai cittadini, cioè attaccare la democrazia, l’uguaglianza e i diritti.

Come si possono rovesciare queste politiche e con quali alleanze?

Il Blocco ritiene che queste politiche si possono rovesciare con la collaborazione delle forze progressiste e di sinistra. Lo dimostra la nostra lista elettorale allargata. Purtroppo il Partito Socialista resta prigioniero della politica della troika e del fiscal compact per il pareggio di bilancio, l’accordo che hanno fatto per l’eliminazione del deficit pubblico. Non ci può essere alcun cambiamento politico, tantomeno a sinistra, senza parlare del bisogno della ristrutturazione del debito e dell’eliminazione del fiscal compact. Dal momento che non ci può essere l’unità tra i partiti, cerchiamo di unire le lotte dei movimenti e della società civile. Potrei dire che in alcuni aspetti la politica del Blocco di Sinistra assomiglia con quella de «L’Altra Europa con Tsipras», che in Italia ha cominciato una dura lotta mettendo in primo piano le sfide del debito, del fiscal compact e con la partecipazione della società civile e dei movimenti nella politica, senza escludere i partiti e le organizzazione politiche della sinistra. La nostra sinistra porta avanti una grande battaglia nel Sud Europa e rappresenta l’unico sbocco per uscire dalla crisi e l’unico voto utile per cambiare gli equilibri nei nostri Paesi ed in Europa.