E Putin, con un’altra mossa molto tempestiva, anticipa le incombenti sanzioni americane. Bloomberg rivela che, nel corso della settimana, la Federal Reserve americana ha registrato un «prelievo» senza precedenti in tutta la sua storia: esattamente 104 miliardi di dollari. Il precedente record si limitò a 32 miliardi di dollari, alla metà dell’anno scorso.

La Federal Reserve è il luogo in cui tutte le banche centrali occidentali custodiscono i certificati di credito emessi dal Ministero delle Finanze Usa. Si tratta, in sostanza del debito estero Usa, che rimane in custodia in America. Qualcuno, ora, ha deciso di rompere la regola. Chi è il sospettato? Tutti gli esperti concordano: la Russia. Dove sono andati a finire tutti questi soldi? In qualche off-shore, o nella Banca Centrale Russa? O, chissà, in Cina?

In ogni caso, se è la Russia a avere preso l’iniziativa, vuol dire che Putin continua imperterrito e rilancia. Volete colpirci? E noi prendiamo le nostre misure. Vedremo chi regge di più. Sembra di capire, per altro, che anche molti oligarchi, con le loro banche, stiamo facendo lo stesso, ricollocando i loro conti bancari, portandoli via dalla banche europee e americane. Qualcuno ricorda che Putin, due anni fa, al tempo della crisi delle banche cipriote, aveva ironizzato sugli oligarchi russi: «Glielo avevo detto che non bisognava fidarsi delle banche occidentali». Voleva dire che lui, di certo, non se ne fidava.

Potrebbe essere un problema serio per l’Occidente, una «migrazione» di capitali da cifre vertiginose, se è vero che l’ammontare delle fughe di capitali dalla Russia avrebbe raggiunto cifre stimate dell’ordine di 1,5 trilioni di dollari (1500 miliardi $). Certo che una parte di questi non torneranno in Russia, ma s’imboscheranno negli off-shore. Ma una parte importante, che potrebbe tornare in Russia, riguarda asset legali, che potrebbero diventare bersaglio delle sanzioni: da cui la corsa a portarli al riparo.