Satnam Singh era arrivato in Italia tre anni fa dal Punjab, regione del nord dell’India. Come 12 mila suoi connazionali di religione sikh era venuto a lavorare nell’agro pontino, probabilmente indebitandosi con un’organizzazione che gestisce la tratta di migranti. Si era stabilito con la moglie, anche lei indiana, a Borgo Santa Maria, una frazione di Latina ed era impiegato in un’azienda agricola della zona, probabilmente senza un contratto regolare e anche senza permesso di soggiorno.

PER QUESTO LUNEDÌ mattina, quando è stato schiacciato da un macchinario avvolgi-plastica a rullo trainato da un trattore che gli ha tranciato il braccio destro, schiacciato entrambe le gambe e provocato un grave trauma cranico, i datori di lavoro invece di chiamare i soccorsi lo hanno caricato su un pulmino, mettendo il braccio amputato su una cassetta degli ortaggi, e lo hanno scaricato davanti a casa sua. Sul posto sono arrivati i soccorritori del 118, chiamati dai vicini, e pure la segretaria della Flai Cgil Laura Hardeep Kaur, che aveva ricevuto delle foto dell’infortunio da un collega di lavoro di Singh con la richiesta di intervenire. I medici del pronto soccorso, vista la gravità delle condizioni, hanno chiamato un’eliambulanza che lo ha trasportato all’ospedale San Camillo di Roma, dove è stato operato d’urgenza. Ieri mattina Singh è morto a causa della gravità delle ferite e del ritardo nei soccorsi, che ha provocato una grave emorragia e un forte abbassamento della pressione arteriosa. Aveva appena 31 anni.

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LA FLAI CGIL di Frosinone ha denunciato quello che è accaduto alla procura della Repubblica di Latina, che prima ha aperto un’indagine per lesioni personali colpose, omissione di soccorso e violazione delle disposizioni in materia di lavoro irregolare, poi ieri ha indagato il titolare dell’azienda per omicidio colposo, mentre l’ispettorato del lavoro e l’Asl di Latina stanno accertando la regolarità del contratto di Singh. Alla Camera dei deputati tutte le opposizioni, cioè Pd, M5S, Avs, Iv e Azione, hanno chiesto un’informativa alla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone sulla lotta al caporalato, definendo «atroce» quanto accaduto. La senatrice del Pd Susanna Camusso ha presentato un’interrogazione urgente, sottoscritta da tredici senatori del Pd, sempre alla ministra Calderone e al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, chiedendo di conoscere la strategia del governo in materia. «I dati sullo sfruttamento del lavoro continuano a essere drammatici e sono confermati anche dai numeri dell’Inail. È un’emergenza che si può affrontare solo investendo su un maggior numero di ispettori del lavoro, ancora sotto organico, e concentrando gli sforzi anche per portare alla luce le connessioni esistenti tra aziende agricole che sfruttano la manodopera e le organizzazioni criminali», ha detto la senatrice del Pd Annamaria Furlan, ex segretaria generale della Cisl e componente della Commissione Lavoro. Dal governo invece a ieri sera non era arrivata alcuna reazione, nonostante la gravità della vicenda.

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LA NOTIZIA della morte di Singh è arrivata dall’ospedale nella mattinata di ieri, proprio mentre la Flai Cgil stava tenendo una conferenza stampa nella casa del popolo di Borgo Hermada, in provincia di Latina, dove vivono duemila indiani sikh, per annunciare una serie di iniziative in favore dei lavoratori nelle campagne pontine, che dureranno fino al 5 luglio. Il sindacato ha atteso però che la moglie fosse prima informata per diffonderla. «Eravamo già stati informati da qualche ora e stavamo accompagnando la giovane donna all’ospedale, volevamo evitare che lo sapesse prima di arrivare, dicono al sindacato.

«SI TRATTA DI UNA MORTE assurda, maturata in un contesto abominevole di sfruttamento e di totale mancanza di umanità e rispetto per la vita», ha commentato la segretaria nazionale del sindacato Silvia Guaraldi. La sindaca di Latina Matilde Celentano, di Fratelli d’Italia, ha annunciato che il comune si costituirà parte civile in un eventuale processo. Nonostante l’approvazione della legge contro il caporalato e le denunce, anche degli stessi migranti, il fenomeno dell’intermediazione illecita nel lavoro nell’agro pontino non si è mai fermato.