La «traversata» di Fabrizio Barca – economista, ex ministro della coesione territoriale, per il Pd oggetto misterioso ma anche riserva della Repubblica, eterno candidato a qualcosa, oggi alla presidenza del partito ma lui giura di non aver ricevuto telefonate, «e comunque non sarebbe il mio mestiere», dice – ha una nuova tappa: ieri si è chiuso il crowd-funding del progetto «Luoghi Ideali». In 583 hanno donato 53mila euro in due mesi, ed ora entro febbraio saranno scelti alcuni progetti concreti del Pd dei territori da realizzare: valori, obiettivi e metodo. Un discorso esotico da far passare a chi continua a chiedergli cosa farà da grande (non sembra ma sta per compiere 60 anni): «La mia generazione ha il dovere di dare una mano ai trenta-quarantenni per farli uscire dai casini in cui li ha fatti entrare». E sull’argomento anche stavolta è tutto.

La presidente Boldrini parla di emergenza democratica e di eversione. Che idea si è fatto?

Che ci vogliono i partiti e non le rappresentazioni dirette della società civile. Piaccia o no, funzioni o no, il partito è un’organizzazione democratica che svolge una funzione di intermediario fra società e istituzioni. Non si schiaccia sulle istituzioni, che è l’errore di questi anni, né sulla società, perché ne matura e ne media la rabbia e i contenuti. Quando viene meno il partito e si pretende di costruire una rappresentazione diretta, succede che la società aggressiva e intollerante, com’è la società italiana oggi, te la ritrovi in forme di squadra fascista in parlamento. Oggi lotroviamo brutto, ma è il frutto di una deriva ventennale che tende all’abolizione dei partiti.

Ma i parlamentari a 5 stelle sono eversori?

La parola eversione evoca un disegno. Invece loro rappresentano la rabbia che trovi per strada. Un processo pericoloso, non c’è dubbio, ma non vedo un disegno, vedo lo sbando.

Lo smantellamento dei partiti non si perfeziona con l’abolizione dei finanziamenti pubblici?

Quella riforma ha una cosa buona: lega ogni forma di finanziamento all’adesione alle regole. Per il resto è una pessima norma: favorisce i partiti votati da persone che hanno più soldi, ha una soglia di contribuzione altissima che non ha pari nel resto del mondo occidentale, quindi favorisce chi può raccogliere i soldi di persone molto ricche. Cioè non aiuta la rappresentanza.

Questa legge è stata voluta da Renzi.

No, purtroppo è stata voluta da tutti, o quasi. Nel Pd è un errore molto diffuso.

Insomma la sua idea di partito non assomiglia a quella veloce e decisionista dell’era Renzi.

C’è un punto di coerenza sulla separazione fra partito e governo. Con le primarie il Pd ha cominciato a scrivere l’agenda senza sentirsi schiacciato sul governo, com’è doveroso. Se la domanda è se le particolari proposte siano state oggetto di dibattito e riflessione nel Pd, evidentemente no. Ma sono vent’anni che parliamo di legge elettorale. Io sarei favorevole all’uninominale, ma ora c’è una forte voglia di chiudere con la legge meno brutta possibile. E così finalmente torniamo a parlare di Italia, di visione, di servizi, di manifattura, di crisi di competitività. Il paese è bloccato sulle riforme istituzionali.

Anche il governo Letta è bloccato dall’attivismo di Renzi, con una squadra governativa sempre più consumata e meno autorevole?

La situazione politica è sospesa nell’attesa della chiusura del negoziato e delle votazioni sulla legge elettorale. Non vedo altri cambiamenti rispetto a qualche mese fa.

Berlusconi è stato revitalizzato da Renzi?

Berlusconi non era mai stato devitalizzato.

Il governo riuscirà a rilanciarsi e a reggere la coabitazione Letta-Renzi?

Quando si tornerà a parlare di interventi nella società si capirà quali sono le richieste che il Pd fa al governo. Per ora non abbiamo elementi.

C’è il jobs act, per esempio. Le piace?

L’ho letto, ma potremo fare una discussione vera quando arriverà la proposta completa.

Mentre nel Pd passa il ciclone Renzi lei continua la ’traversata’ del partito e lancia il progetto ’luoghi ideali’. Che vuole fare, Barca?

Questo ciclone potrebbe effettivamente essere destabilizzante per l’attuale paralisi fatta di idee e persone vecchie. Ma se si destabilizza poi bisogna ricostruire. Nella mia idea la ricostruzione avviene attorno a due pilastri: i valori, la visione intorno a cui si scaldano gli animi, a cui la gente è disposta a fare sacrifici, a tornare a credere che si possa cambiare. E poi il metodo, quello che è mancato in questi anni; un metodo di attuazione che fissi gli obiettivi, che dia la possibilità ai cittadini di stare addosso ai risultati. In una fase come questa si aprono delle possibilità: può non cambiare nulla oppure si possono affermare valori di sinistra. E un metodo. Il mio è un esercizio molto pratico: trovare, in cinque o sei territori, cinque o sei luoghi dove il Pd è sveglio e ha voglia di fare progetti. E vedere se si producono risultati interessanti tali da cambiare la qualità della vita nei territori. Questo sarà il mio impegno fino al 31 dicembre 2014.

Dai dirigenti del Pd ha segnali di interesse?

C’è una coerenza con alcune iniziative dell’attuale segreteria, penso al partito attivo e alla messa in rete. D’altronde, grazie al finanziamento raccolto, noi monteremo cinque o sei operazioni che possono di essere di utilità a un partito che si vuole rinnovare. Quindi per forza di cose si incroceranno con le iniziative nazionali, almeno questo è il mio augurio. Ma quello che sarà il Pd dipenderà certo dalla capacità del gruppo dirigente, ma anche dai suoi 400mila iscritti che riempiranno di contenuti il nuovo libro che si apre. In un mondo moderno il libro lo scrivono le persone dai territori, non più dall’alto o da Roma.

Renzi conosce il lavoro che lei sta facendo?

È informato, ho incontrato diversi dei suoi. Non lui, mi auguro di farlo. Ma in questo momento la prima cosa è che vada in porto la scommessa che ha fatto.

Perché non è voluto entrare negli organismi del Pd dopo che in tanti l’avevano corteggiata nel corso delle primarie?

Non voglio giocare nella partita della nazionale, in questo momento gioco territoriale.

Io lavoro e il tempo che ho da dedicare all’associazione Pd è limitato. E il compito che mi sono dato, e per cui ho preso un impegno con le 583 persone che hanno finanziato il progetto, è già molto ambizioso.