La sottile battaglia alle europee contro il «populismo dall’alto» di Renzi e contro il «populismo dal basso» di Grillo, Nichi Vendola la vuole combattere con la razionalità. All’esordio della campagna elettorale di Sinistra Ecologia e Libertà, ieri a Roma in un teatro Vittoria gremito da un pubblico di età media matura, il suo presidente ha rivendicato la scelta di correre alle elezioni del 25 maggio con l’«Altra Europa con Tsipras» senza le bandiere del suo partito. «Per Sel rinunciare al simbolo e confluire in questa lista non è stato facile – ha spiegato – Siamo nati da una sconfitta e abbiamo attraversato una stagione difficile, ma non ci riconosciamo nella posizione di chi, come il Pd e il socialismo europeo, si è illuso di potere guidare il liberismo e poi ha sottoscritto le politiche di austerità, pensando di fare a meno di un’Europa senza la Grecia».

È la linea che ha vinto il congresso di Sel al Palacongressi di Riccione nel gennaio scorso. Quella di Nicola Fratoianni, oggi deputato e coordinatore del partito, che ha introdotto l’incontro. Dopo il fallimento dell’alleanza «Italia bene comune» con il Pd di Bersani, Sel ha rotto le incertezze e ha lasciato il guado. Non vuolefarsi «catturare nella spirale trasformistica che, in nome dell’emergenza, ha dato vita alle larghe intese con Berlusconi» ha detto Vendola seduto al centro del palco con il giornalista Luca Telese e Barbara Spinelli, una delle «garanti» della lista di cittadinanza con il nome del leader greco di Syriza. Sel si è così schierata con Tsipras, candidato alla presidenza della Commissione Ue dalla Sinistra Europea e da Rifondazione Comunista in Italia. Lo ha fatto per necessità, ma anche come una sfida, ha precisato il suo presidente. In questo percorso Vendola ha riconosciuto alla Spinelli e agli altri garanti (Revelli, Viale, Gallino) un effetto ricompositivo a sinistra con Rifondazione e la garanzia di rivolgersi ad un elettorato più ampio.

Gli inizi non sono stati facili. Le polemiche tra i garanti sulle candidature di Sonia Alfano, Valeria Grasso, Luca Casarini, poi quella di Antonia Battaglia sull’Ilva a Taranto contro Sel e il suo presidente hanno allontanato Flores D’Arcais e Camilleri. Avere superato in poche settimane le 150 mila firme necessarie per presentare la lista è stata un’impresa che ha rinfrancato molti. Per Vendola questo successo non scontato è il vero inizio. La lista sta prendendo forma, la partecipazione di attivisti e militanti l’hanno premiata. I problemi però non sono finiti, e Telese li ha elencati uno dopo l’altro. Come si può riconoscere questa lista in un dibattito politico dominato dalla retorica aggressiva dei 5 Stelle, e di chi vede nell’uscita dall’euro la salvezza dall’Europa dell’austerità? In più, il nome di Tsipras «lo conosce solo chi legge i giornali, non alle masse popolari». «Grillo ha un vantaggio straordinario: tutto per lui è facile.

Basta allora l’esorcista, una bestemmia, per fare colpo – ha risposto Vendola – È difficile affrontare questo plebeismo piccolo borghese per cui tutto è un complotto. Basta svelarlo per ritrovarsi in un nuovo mondo. Questo porta voti. Noi non possiamo fare altro se non costruire un programma alternativo fondato sulla razionalità. Diremo alle persone che non si salveranno seguendo chi dice che il nemico è solo l’euro o le tecnocrazie». È la stessa situazione in cui si trova Tsipras, solo che in Grecia le parti si presentano rovesciate. Oggi Syriza è in testa ai sondaggi e avrebbe la maggioranza relativa.

Il programma è lo stesso per la lista italiana e per quelle che appoggiano Tsipras in Europa: mutualizzazione del debito, reddito minimo, un New Deal di investimenti pubblici per rilanciare l’occupazione, riforma radicale della Bce e di tutti i trattati europei eliminandone l’ispirazione neoliberista. E infine la proposta più importante: un referendum in Italia sul Fiscal Compact, «ma non per uscire dall’Euro» ha precisato Spinelli.

«Grillo è l’espressione di un disagio profondo da comprendere, ma le sue proposte sull’Europa sono di una confusione estrema – ha continuato la giornalista- non c’è un’idea che duri più di una settimana. C’è un vago proposito di battere sul tavolo i pugni con la Merkel, un po’ come dice di volere fare Renzi, oppure fare il referendum sull’euro perchè secondo lui è facile uscirne. Tutto questo non è populista ma conservatore, mira al ritorno dell’equilibrio tra le potenze nazionali al nazionalismo e alla xenofobia, a tutto ciò che c’era prima l’europa unita». L’altro punto sono le alleanze. L’ambizione di rifare l’Europa non è da poco, e non sarà facile, come ha ricordato Spinelli, farlo con i soli socialdemocratici che candidano Martin Schultz, espressione dell’Spd che in Germania governa con Angela Merkel.

Vendola riconosce la distanza tra i suoi propositi radicali di riforma e l’astuzia conservatrice dei socialdemocratici, ma sostiene di non volersi rassegnare: «Il socialismo europeo dovrà fare i conti con le contraddizioni reali dell’austerità che ha distrutto il ceto medio, fondamento delle nostre democrazie».