Fa male vedere che in Italia degli esseri umani vengono trattati peggio degli animali. Eppure ormai quando si parla di stranieri tutto ci passa davanti agli occhi senza smuoverci le coscienze e obbligarci all’azione. Tutti sappiamo ma nessuno (o quasi) fa nulla. Tanto meno le autorità e i politici che ogni volta versano lacrime di coccodrillo e poi si girano dall’altra parte. L’altra sera il Tg2 ha mostrato al paese cosa avviene nel centro di prima accoglienza di Lampedusa. I migranti vengono fatti spogliare, completamente nudi, e in pieno inverno aspettano nel piazzale di venire spruzzati con una pompa di acqua e disinfettante. Lo chiamano trattamento anti scabbia. E’ la norma, dicono i migranti, succede ogni due settimane. Se non lo avessero filmato loro con il telefonino e quel video non fosse andato in onda nessuno avrebbe visto, eppure tutti possono immaginare quello che avviene là dentro.
Oggi è la giornata internazionale dell’immigrazione e l’Italia la celebra con queste immagini allucinanti. Eppure a Lampedusa è andato il Papa, l’unico a metterci la faccia prima e non dopo il naufragio di due mesi fa. Dopo la strage è stato un carosello di politici e promesse. Sull’isola si sono fatti fotografare Alfano, Boldrini, la ministro Kyenge, Letta e Barroso. Tutto doveva cambiare, invece tutto continua come sempre. In quel centro ci sono ancora 30 sopravvissuti di quel naufragio. A fronte di una capienza da 250 posti ci sopravvivono 800 persone. In queste condizioni chissà quale altra nefandezza avviene oltre al trattamento anti scabbia. Proprio lunedì, il gestore della struttura «Nuova Lampedusa accoglienza» aveva dichiarato: «La situazione nonostante la massiccia presenza di migranti è tranquilla». Ieri si è giustificato così: «Dopo gli immigrati siamo i primi a soffrire delle condizioni drammatiche in cui si è costretti a vivere e in cui gli operatori sono costretti a lavorare». Parlano senza vergogna di «informativa agli ospiti», «posizione appartata per effettuare i trattamenti», «finestre prospicienti chiuse per evitare occhi indiscreti». Su una cosa i gestori hanno ragione: è assurdo dare tutta la colpa a loro. Non sono loro responsabili se un paese come l’Italia non riesce a dare un’accoglienza decente e poche migliaia di disperati.
Il sindaco di Lampedusa ha commentato quelle immagini senza mezzi termini: «Sono pratiche che ricordano i campi di concentramento». Giusi Nicolini è l’unica autorità che può parlare di quello che accade sulla sua isola con cognizione di causa e a testa alta.
«Il trattamento riservato agli immigrati nel centro di Lampedusa è indegno di un paese civile», ha commentato la presidente della camera Laura Boldrini: «Quei trattamenti degradanti – ha aggiunto – gettano sull’immagine del nostro Paese un forte discredito e chiedono risposte di dignità».
Il ministro degli Interni Angelino Alfano, se l’è cavata promettendo un’incredibile prontezza d’azione: «Entro 24 ore accerteremo le responsabilità e chi ha sbagliato pagherà». E’ lo stesso Alfano che sempre ieri ha dichiarato: «Il Nuovo Centro Destra impedirà che le frontiere siano trasformate in una fetta di gruviera». Ma è inutile prendersela con il solo Alfano. Questo governo è a stragrande maggioranza retto dal Pd. Il premier se l’è cavata con poche parole: «Il governo – ha detto Enrico Letta – ha intenzione di fare una indagine approfondita per verificare e eventualmente sanzionare le responsabilità». «Mortificato e meravigliato» si dice anche il viceministro degli interni Filippo Bubbico (Pd) mentre altri esponenti democratici (Sandro Zampa, Vannino Chiti e Khalid Chaouki) annunciano interrogazioni parlamentari. Dura la denuncia dell’arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro: «La situazione emergenziale che si vive all’interno del centro – dice il presidente della commissione episcopale per le migrazioni della Cei e presidente di Migrantes – non può giustificare situazioni e trattamenti che poco hanno a che fare con il rispetto della dignità umana e dei diritti dell’uomo. E questo proprio alla vigilia della giornata internazionale dei diritti dei migranti, stabilita dallOnu».