«L’Altra Europa con Tsipras». Scritta bianca in stampatello in un cerchio rosso, colore simbolo di una collocazione culturale e politica di «sinistra», una parola che i «garanti» della lista che porta il nome del leader greco di Siryza Alexis Tsipras non hanno voluto inserire.

Al netto delle polemiche che questa decisione ha comportato, soprattutto con Rifondazione Comunista, la scelta non è meramente nominalistica. Per i «garanti» della lista Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli, Guido Viale, Barbara Spinelli e Tsipras dovrebbe permettere di allargare il campo potenziale dei consensi per una lista civica che, candidature con tanto di biografie in rete (su listatsipras.eu) dovrebbe ricavarsi uno spazio politico diverso, e più ampio, rispetto alle recenti e disastrose prove della «sinistra radicale»: dall’«Arcobaleno» del 2008 alla «Rivoluzione Civile» del «magistrato dei due mondi» Antonio Ingroia nel 2013.

Ad un primo sguardo il concept di una lista che vuole interloquire anche con gli elettori del Pd e quelli del movimento 5 Stelle sembra essere stato rispettato. Dopo i tormentati giorni dell’esame delle candidature (oltre 200) da parte dei «garanti» all’appello mancano nomi come quello di Franco Berardi Bifo, intellettuale e scrittore che in Italia passa per essere depositario delle memorie del 77 bolognese, ma che in realtà ha conquistato in Europa un solido riconoscimento culturale.
Procediamo per gruppi di campagne politiche.

Tra i 73 candidati della lista Tsipras c’è il dichiarato appoggio al movimento No Tav (Nicoletta Dosio, collegio Nord-Ovest), alla campagna di sensibilizzazione «Energia, Ambiente, Costituzione», lanciata dal Coordinamento nazionale No Triv (Enzo Di Salvatore, Centro), al movimento No Muos (Antonio Mazzeo, Isole). Contro le grandi opere, per lo sviluppo di un’economia eco-sostenibile, redistribuzione delle risorse pubbliche. C’è il tema del debito pubblico con Francuccio Gesualdi e lo spirito del referendum vittorioso sull’acqua del 2011 con Riccardo Petrella e Tommaso Fattori (Corrado Oddi coordina la difficile impresa di raccolta delle 150 mila firme).

C’è la battaglia del comitato 33 che ha vinto a Bologna il referendum contro il finanziamento pubblico alle scuole paritarie. Isabella Cirelli (Collegio Nord-Est) era a capo dei «300 spartani» (definizione di Wu Ming) che hanno sconfitto l’armata della Vaticano-Pd-Legacoop. La scuola dev’essere pubblica, laica. Bisogna abolire la legge sulla parità scolastica del 2000. C’è la candidatura del giuslavorista Piergiovanni Alleva (Nord-Est), un sicuro impegno contro la deregolamentazione dei contratti nazionali di lavoro, e contro l’accordo sul lavoro gratuito di 18.500 giovani all’Expo 2015 a Milano (Alleva è stato tra i firmatari di un appello su Il Manifesto davvero controcorrente). Una battaglia ripresa dal movimento No Expo milanese. Interessante è la candidatura dell’economista Mauro Gallegati, che un anno fa veniva dato in quota Movimento 5 Stelle, ma che in realtà come dimostra il suo ultimo libro «Oltre la siepe» dimostra una indipendenza politica.

Forte è la presenza della lotta anti-mafia. In Sicilia c’è la candidatura di Valeria Grasso, imprenditrice e testimone di giustizia antimafia, da anni sotto scorta per avere denunciato il racket del pizzo della borgata San Lorenzo di Palermo. C’è il lavoro operaio con Antonio De Luca (Fiom) in Cig dal 2008 all’Alfa di Pomigliano e Paola Morandin dell’Electrolux. Manca un’interlocuzione con le associazioni del lavoro autonomo, negli ultimi anni attivissimi, ma assenti dalla lista, come del resto i movimenti del lavoro culturale. Oltre all’Arci (Raffaella Bolini) c’è il mondo dei partiti (14 candidature): tra gli altri, Marco Furfaro (Sel, centro) Fabio Amato o Eleonora Forenza (Rifondazione). C’è la candidatura di Claudio Riccio (collegio Sud), già portavoce del coordinamento universitario Link, sostenuta dalla campagna nazionale «Act» che domenica scorsa ha organizzato un’assemblea a Roma. Forte è la presenza degli intellettuali, scrittori e giornalisti: Felice Pizzuti, Lorella Zanardo, Adriano Prosperi, Moni Ovadia, Loredana Lipperini, Ermanno Rea, Valeria Parrella. Oltre Barbara Spinelli, il quotidiano La Repubblica è rappresentato dall’editorialista Curzio Maltese. Presenti le firme de Il Manifesto: Giuliana Sgrena, Franco Arminio, Tonino Perna, Sandro Medici, Argyrios Panagopoulos, tutte persone che rispondono ai criteri scelti dai «garanti».

Adesso si tratta di trovare i voti.