«Il soggetto della rivoluzione bolivariana è l’essere umano nelle sue articolazioni di genere, quello delle destre è storicamente il capitale. Abbiamo messo in moto una rivoluzione culturale nell’immaginario dei popoli del mondo». Fidel Barbarito, ministro della Cultura venezuelana, posa «el Cuatro» (una piccola chitarra accordata una quinta sopra quella tradizionale) e sorride accaldato. L’incontro avviene alla X Fiera internazionale del libro, in corso a Caracas negli spazi del teatro Teresa Carreño dedicata al Brasile e che si chiude domani. Tra gli stand si fatica a camminare, gli spazi per la presentazione dei libri, per la musica o per reading di poesia sono sempre affollati.

Quali sono i temi e quale il bilancio della Fiera?

Questo è il quinto giorno, domenica la Fiera si conclude. Oggi (martedì, ndr) lo stand del ministero della Cultura è stato visitato da 6.307 persone. Tre case editrici di stato sono presenti con 26.000 volumi. I tre libri più venduti (dalle 500 alle 1.000 copie ciascuno solo oggi) sono: «Latinoamerica en la geopolitica del imperialismo» dell’argentino Atilio Boron; e due libri su Hugo Chavez, a un anno dalla sua scomparsa, del giornalista e deputato venezuelano Earle Herrera e quello di Ignacio Ramonet. Oltre 7.000 persone hanno partecipato ai seminari permanenti sull’editoria pubblica e sulla letteratura storica. Le donne sono le più forti lettrici. Più di 6.000 bambine e bambini hanno frequentato i seminari a loro dedicati. Come può vedere, il 30% degli spazi è occupato dalla letteratura per l’infanzia. Storia, memorialistica e identità originaria dei nostri popoli indigeni e afrodiscendenti sono i temi più trattati. Questo è uno spazio creativo e plurale, un luogo di incontro e scambio di saperi mentre una piccolissima minoranza di fratelli venezuelani è immersa in una dinamica di morte, gioca alla destabilizzazione e alla violenza.

Qual è la sua analisi delle proteste in corso, cosa dice ai giovani «guarimberos»?

In 15 anni di governo rivoluzionario, confermato da 18 elezioni su 19, i giovani sono il centro del potere popolare. Qui non devono protestare e andare in galera per il diritto allo studio, per il diritto al lavoro, per la mensa o la casa. Prima di Chavez, era difficile accedere alle facoltà, c’erano 700.000 studenti, ora abbiamo 2.700.000 matricole universitarie, siamo il secondo paese in America latina e il V nel mondo. L’educazione e la cultura sono strumenti fondamentali nella costruzione di un modello sociale alternativo, basato sulla solidarietà e il lavoro comune, che ha la forza per confrontarsi con gli interessi individuali e con quelli della minoranza.

Il prezzo dei libri, però, è aumentato e l’importazione dall’estero è complicata. Fino a pochi mesi fa, la carta per stampare era ferma nei container dei porti…

Anche l’editoria sconta la guerra economica e soprattutto commerciale, un’inflazione gonfiata da un settore di commercianti che sfugge a tutte le regole dello stesso capitalismo. Dubito che in Italia si possano realizzare guadagni del 3.000 per cento, invece qui lo fanno. Chi ha il monopolio di prodotti essenziali cerca di tirare il guinzaglio dove vuole. E allora scompare la farina, il riso, la carta igienica. L’accaparramento e la vendita al mercato nero, fanno il resto. Le nuove leggi sul prezzo giusto, la tessera informatizzata e il controllo dal basso sono gli scudi protettivi messi in campo per proteggere il nostro popolo.