Quante sono le parole di cui possiamo e forse dobbiamo riappropriarci, ripulendone e decostruendone i significati dominanti? La cura, per esempio, è una di queste. Se, infatti, nel comune e un po’ confusionario immaginario viene a segnalare l’idea opprimente dell’obbligo, dello sforzo o di un’altrettanto perniciosa sindrome salvifica, oggi sappiamo che vale la pena soffermarcisi con meno pregiudizi. Soprattutto consapevoli di una storia – principalmente quella del pensiero e dei saperi delle donne – che ne può riconsegnare un senso politico vitale. Come avverte Letizia Paolozzi nel suo ultimo libro Prenditi cura (et al, pp. 80. euro 9) la partita...