Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ieri è stato contestato dal «Laboratorio dello sciopero sociale» di Roma fuori dalla sede della Regione Lazio dove si è svolto un convegno sulla «Garanzia Giovani». Dei 1.5 miliardi destinati all’Italia, sostengono gli attivisti, nulla andrà a precari e disoccupati. Questi fondi alimenteranno il «business della disoccupazione», finanziando «le agenzie del lavoro, gli enti di formazione e orientamento, oltre che per le imprese interessate a bonus occupazionali e agevolazioni fiscali, lavoro gratuito e tirocini finanziati con i fondi pubblici». In Italia, a quasi un anno dall’inizio del programma partito il primo maggio 2014, per gli oltre 460 mila iscritti «ci sono stati solo ritardi ed inefficienze organizzative causati dagli organismi preposti alla gestione: Ministero del Lavoro e Regioni». I dati parlano chiaro: meno del 10% dei destinatari di Garanzia Giovani hanno poi effettivamente ricevuto un’offerta di lavoro, di tirocinio o di formazione. La richiesta dello sciopero sociale è redistribuire le risorse ai reali beneficiari: gli under 29 precari e disoccupati.