Si tornerà a produrre pullman a Flumeri, nell’avellinese. Al ministero per lo Sviluppo economico si è raggiunto l’accordo: la Irisbus, chiusa da Sergio Marchionne il 31 dicembre 2011, passa di mano trasformandosi in Industria Italiana Autobus e sarà una delle due sedi produttive del polo italiano dell’autotrasporto che avrà l’altro centro a Bologna, dove la Bredamenarini (gruppo Finmeccanica) aveva l’unico stabilimento nazionale del settore ancora in esercizio. Non si è discusso sulle modalità di cessione dei capannoni e terreni campani da parte di Cnh Industrial del Lingotto, voci dicono che l’accordo potrebbe prevedere il fitto delle strutture e persino la fornitura di motori Iveco, realizzati in Piemonte e in Cina. Finmeccanica invece resta nella newco Iia con una piccola partecipazione del 20%.

I protagonisti dell’operazione, con rispettivamente il 40% delle quote, sono la multinazionale cinese King Long, il cui ramo italiano è guidato dall’ad Stefano Del Rosso (il primo a introdurre bus prodotti in oriente sul mercato europeo), e la Finsita, la Holding di Luciano Vinella patron delle società di trasporti Marozzi e Sita. Per definire i prossimi step sono già stati fissati al Mise due nuovi tavoli di lavoro: il 13 giugno con Bredamenarini e il 17 con Irisbus.

Il nuovo polo dovrebbe assorbire circa 200 dipendenti emiliani e i 300 campani sopravvissuti agli originari 700, attualmente in cassa integrazione. Il passaggio dello stabilimento bolognese a Industria Italiana Autobus avverrà entro la fine del prossimo mese e subito dopo dovrebbe partire con la produzione di bus urbani euro 6 per il trasporto pubblico. A Flumeri i tempi sono più lunghi perché c’è bisogno di rimettere in funzione le linee, così i primi mezzi dovrebbero essere sfornati a gennaio 2015, si tratterà di pullman turistici regionali e nazionali granturismo (importati dalla King Long cinese e adattati al mercato locale) accanto a bus di ridotte dimensioni per città mediopiccole e centri storici. Ma si farà anche revamping, manutenzione dei mezzi già in circolazione e vendita di pezzi di ricambio. In Emilia sono già attrezzati per i bus elettrici ma allo studio c’è anche l’ipotesi di convertire in bus ibridi già in circolazione con classificazione euro bassa.

L’ambizione sarebbe conquistare entro il prossimo anno almeno il 12% del mercato europeo, vendere anche in altri continenti e, nell’immediato, sfruttare gli scarsi finanziamenti varati dal governo lo scorso anno per rimpiazzare le flotte pubbliche delle città italiane, 100milioni l’anno per tre anni. «Per ora sospendiamo il giudizio – commenta Andrea Amendola della Fiom campana – visto che avevamo chiesto un piano dettagliato e invece i privati coinvolti hanno presentato solo un documento d’intenti, senza impegni precisi sulle ricadute occupazionali. La Fiom aveva chiesto al governo l’impegno per un polo pubblico del trasporto che tenesse dentro anche il ferro, cioè un piano molto diverso da quello che si è cominciato a discutere ieri».