C’è un nuovo video sul fermo di Riccardo Magherini, il quarantenne morto dopo essere stato arrestato dai carabinieri la sera del 2 marzo a Firenze. Nelle immagini si vede l’ex calciatore della Fiorentina steso a terra che invoca più volte aiuto mentre è circondato dai militari che lo hanno ammanettato. «Quattro persone che indugiano con tutto il loro peso sul corpo di un’altra in stato confusionale per lunghissimi minuti» spiega il senatore Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti umani, che ieri ha presentato il video insieme al fratello e al padre di Magherini e all’avvocato Fabio Anselmo, che assiste la famiglia. Una morte che ricalca drammaticamente casi analoghi come quelli di Federico Aldrovandi e Michele Ferrulli. «Abusi di stato» li definisce Manconi, che insieme ad altri parlamentari presenterà sul caso un’interrogazione al ministro della Giustizia.

Magherini aveva trascorso la sua ultima sera in una albergo di Firenze in compagnia di amici. Al momento di rientrare a casa era in un evidente stato di confusione dovuto «probabilmente all’assunzione di stupefacenti», prosegue Manconi. Chiede aiuto, si rivolge anche a un pizzaiolo al quale prende il cellulare con cui cerca di chiamare lui stesso le forze dell’ordine. Quando arriva la prima pattuglia la situazione degenera. Magherini viene fermato, steso a terra e ammanettato. Lui che ha bisogno di assistenza, si trasforma chissà perché in un pericolo. «Molti testimoni dicono che Riccardo è stato preso a calci e riferiscono circostanze particolarmente inquietanti», spiega il legale.

Nelle immagini si sente chiaramente l’ex calciatore chiedere aiuto con insistenza. Non sembra la voce di un uomo in preda alla rabbia e violento, piuttosto quella di una persona disperata. Ma si sentono anche altre voci, che pronunciano frasi come «lo prendi a calci». «Con un’operazione semplice abbiamo schiarito le immagini a disposizione e cercato di riconoscere da suoni non distinguibili a un primo impatto frasi e parole» prosegue Manconi, che ora affida alla magistratura il compito di verificare l’esattezza delle interpretazioni. Ma anche la correttezza dell’intervento dei carabinieri. «C’è un protocollo che le forze di polizia sono tenute a rispettare nelle operazioni di ordine pubblico». Anche perché le indagini sono state svolte dai carabinieri e non, come sarebbe stato più logico, dalla polizia. Le prime testimonianze sono state raccolte addirittura dagli stessi militari coinvolti nell’arresto.

Adesso, come prima cosa, bisognerà stabilire con certezza le cause della morte. Cosa che l’autopsia non è stata in grado di fare. «E’ stata condotta con tanta approssimazione e superficialità da rendere necessari nuovi accertamenti», prosegue Manconi. Le immagini del cadavere mostrano il corpo tumefatto dell’ex calciatore e per questo l’avvocato Anselmo ha chiesto che il cervello e il cuore vengano messi sotto formalina.

Per la morte di Magherini finora non ci sono indagati e il magistrato è in attesa di conoscere gli esiti degli esami tossicologici e istologici. Paradossalmente l’unico nome sul registro indagati, per il furto del cellulare, è proprio il suo, quello della vittima. Intanto cominciano a circolare voci che attribuiscono la causa della morte all’uso di cocaina. «Ma abbiamo buoni motivi per sostenere che non si possa parlare di morte da cocaina, come qualcuno ha ipotizzato, perché la morte è avvenuta in un contesto violento», ha detto l’avvocato. «Se il suo arresto fosse stato operato con le stesse modalità da cittadini comuni anziché da forze dell’ordine, questi sarebbero già indagati per omicidio preterintenzionale e la vittima non sarebbe stata denunciata». «Durante l’arresto mio fratello è stato picchiato e ha preso calci. Ci chiediamo il perché e perché venga infangato il suo onore» si chiede invece Andrea Magherini, che rivolge un appello a Matteo Renzi: «E’ il nostro sindaco e tutto è successo a Firenze: vorrei sapere cosa ne pensa e se sia giusto morire così».