«Per le europee del 25 maggio il Pd sbandiera le sue cinque capolista, ma dietro di loro ricandida quasi tutti gli eurodeputati che hanno di fatto affossato la risoluzione Estrela sui diritti civili e sul diritto all’interruzione di gravidanza». A denunciarlo è Alessandra Quarta (nella foto sopra), ventottenne torinese, candidata nella lista L’Altra Europa con Tsipras, giurista, già attivista dei referendum sull’acqua pubblica. Milita nelle Officine Corsare, nate dall’esperienza del movimento universitario dell’Onda, oggi circolo Arci.
Quarta fa riferimento a quanto successo a Bruxelles nel dicembre 2013 dove un testo che avrebbe impegnato gli stati membri alla tutela dei diritti riproduttivi, all’accesso all’interruzione di gravidanza, all’educazione sessuale e alla lotta contro l’omofobia è stato affossato grazie a un pugno di voti. Sette, per la precisione. Determinanti i sei astenuti del Pd, tutti di parrocchia renziana: il capogruppo David Sassoli, Vittorio Prodi, Silvia Costa, Franco Frigo, Mario Pirillo, Patrizia Toia. Non ne condividevano «l’impostazione culturale», «era un testo esasperato», hanno poi spiegato, con buona pace del socialisti che invece hanno votato sì. Oggi il Pd fa parte ufficialmente del Pse. E loro sono stati tutti ricandidati, tranne Prodi, fratello di Romano.

Per questo non la convince il ’riequilibrio di genere’ nelle liste Pd imposto da Renzi?

È una scelta dovuta, dal suo punto di vista, dopo il no alla democrazia paritaria nella votazione sull’Italicum alla camera, un no dovuto all’accordo con Berlusconi e molto contestato dalle democratiche. Renzi ha ammesso che la scelta delle capolista mira a colmare quella lacuna. Nel Pd resta però la contraddizione. Che significa mettere capolista tutte donne e poi ricandidare tutti gli eurodeputati che hanno affossato il testo che introduceva norme europee in materia di aborto ed educazione sessuale?

Una contraddizione? Il Pd è entrato nel Pse, ma nel partito resiste qualche differenza culturale.

Anche sul diritto all’interruzione di gravidanza? Purché sia chiaro a chi li vuole votare.Cosa pensano le capolista, e le tante altre candidate, del no a quella risoluzione? E i tanti militanti che hanno a cuore i diritti di tutti? Sui diritti non vale il gioco a somma zero. Qual è la linea del Pd? Renzi, quando ha a che fare con le questioni di genere, usa due pesi e due misure.

Il governo Renzi non ha ancora affrontato il capitolo dei diritti civili. Crede che non lo farà, al pari dei suoi predecessori, per tutelare le larghe intese con il centrodestra?

I fatti al momento sono chiari: Renzi non ha sciolto la sua linea politica. Non è il mio partito, non è la mia cultura. Ma so bene che moltissime militanti del Pd credono e si impegnano nella difesa dei diritti civili. Mi chiedo come potranno rivotare quelli che già una volta, a Bruxelles, le hanno tradite.