Chiunque volesse capire cosa significa vivere a Hebron sotto occupazione, circondato da posti di blocco militari e da coloni israeliani decisamente poco amichevoli, doveva andare a casa del dottor Hashem Azzeh nel quartiere di Tel Rumeida. Per comprendere quella realtà doveva ascoltare i racconti di vita quotidiana di questo medico palestinese colto e dai modi gentili, contrario alla violenza, divenuto nel corso degli anni l’incarnazione nella sua città del “sumud”, la resilienza palestinese nelle condizioni più dure. «Non me ne vado, non riusciranno a cacciarmi da casa mia», ripeteva. [do action=”citazione”]La sua stessa esistenza è stata un atto di resistenza.[/do]...