Un anno senza Franca Rame, ma sono i tanti suoi racconti e pensieri che rendono viva la presenza della grande attrice. La sua testimonianza civile e politica è preziosa volta com’è a comunicare una idea della politica intesa come cultura, servizio e non come mestiere. Lo testimonia il successo del suo libro In fuga dal Senato che Dario Fo ha portato in tournée, con il tutto esaurito per l’Italia, e di cui, ancora per giugno, si annunciano nuove date.

Lo scorso gennaio, l’Università La Sapienza di Roma ha dedicato a Franca Rame una giornata di studio conferendo alla sua memoria il Dottorato in Musica e Spettacolo. La motivazione evocava non solo «le sue doti di attrice, regista e donna impegnata nella cultura e nel sociale» ma anche il valore «straordinario» dell’Archivio da lei raccolto e ordinato nel tempo (archivio.francarame.it). Un patrimonio documentario multimediale che, a partire dalla antica tradizione della compagnia teatrale «Famiglia Rame», raccoglie l’intera produzione artistica di Fo-Rame, costantemente rivolta all’impegno civile e politico. Un lavoro che si presenta come un’opera d’autore, per la lungimiranza e la sensibilità archivistica di Franca Rame che qui rivela una capacità di impresa culturale al femminile non ancora pienamente riconosciuta.

In campo internazionale, numerose sono le iniziative già svolte e quelle in programma. Rame è considerata universalmente una partigiana dei diritti umani e della cultura, sempre «in prima linea». È una figura di grande attualità al tempo della crisi di valori che l’Europa attraversa. Una lezione attuale, un’etica vissuta in prima persona, non come predicazione ma come esempio. Il rigore e l’autonomia, le poetiche e le politiche dei suoi personaggi femminili sono ancora vive e toccano le corde più profonde dei sentimenti e dei valori umani universali di eguaglianza, liberazione, giustizia sociale. L’efficacia di tali esempi è dovuta allo straniamento della grande attrice, che è garanzia antiretorica, arte teatrale, grandezza di cifre comiche, ironiche, drammatiche, capacità di attraversare epicamente tutti i registri recitativi.

Oggi Dario Fo celebra un anno di lavoro inarrestabile, caratterizzato da una preponderante produzione pittorica. Per la prima volta scrive un romanzo storico: La figlia del Papa. «La mia Lucrezia Borgia, eroina anticorruzione, ha il coraggio di opporsi», dice Fo. Ma tutti, collaboratori, amici, forse anche gli altri lettori, scorgiamo nelle parole di quel testo e nei dipinti che lo corredano, un volto familiare. È Franca ad accompagnare ancora il lavoro di Dario. Nelle metamorfosi di un femminile immaginato da Fo come inesauribile fonte di intelligenza e forza critica. Nella presentazione della autobiografia di Franca Rame Una vita all’improvvisa Dario Fo scrive: «Abbiamo vissuto insieme, per tanto tempo, una quantità di storie che in dieci libri non si possono ricordare».
Le trasfigurazioni dei personaggi femminili nel teatro del premio Nobel sono da ripercorrere, ma sono i mille volti di Franca a incarnare una costante immaginazione: la volontà operosa di un futuro migliore che solo il teatro sa ancora raccontare. Grazie Franca.

Mariateresa Pizza, Archivio Franca Rame Dario Fo

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