In tempi di spending review e austerità come spendere le risorse provenienti dall’Europa, e in particolare il fondo sociale europeo, diventa un tema sempre più centrale nel dibattito politico, soprattutto visti gli sprechi e la malagestione dei finanziamenti. Fondi spesso distribuiti con un logica clientelare e tutta politica, se non proprio mai spesi, così che molte regioni italiane si sono ritrovate nella imbarazzante situazione di dover restituire i soldi all’Europa.

Per questo ieri un corteo di alcune migliaia di persone è arrivato sotto le finestre della Regione Lazio. In piazza tanti lavoratori dell’Unione sindacale di base, che contestualmente alla manifestazione aveva indetto anche lo sciopero in diversi settori, assieme ai movimenti per il diritto all’abitare e contro l’austerità, comitati territoriali come Cinecittà bene comune, comitati di pendolari e precari.

Sindacato, comitati e movimenti avevano chiesto un incontro alla giunta regionale proprio per chiedere un tavolo di trattativa sulla questione dei fondi “che devono essere utilizzati per realizzare effettivamente posti di lavoro, e il cui utilizzo deve essere discusso non solo con le imprese ma con tutti i soggetti interessatI”, ha dichiarato Guido Lutrario dell’Usb aggiungendo che “i criteri per accedere a questi fondi devono essere chiari a tutti, così come deve essere chiaro come accedere ai meccani di finanziamento uscendo dalla logica dei soldi distribuiti male e a pioggia per soddisfare lobby e clientele come accaduto fino ad oggi”. Per Francesco Raparelli delle Camere del lavoro autonomo e precario “come i fondi sono stati usati per finanziare la cassa integrazione in deroga nel passato, ora è necessario discutere di come queste risorse possano finanziare un ammortizzatore sociale universale come il reddito, a partire da una legge regionale che già esiste che va certamente migliorata, ma soprattutto finanziata”.

Il corteo ancora sfilava quando Nicola Zingaretti ha fatto sapere che “quello che chiedono i movimenti è esattamente quello che si sta facendo, perché sarebbe folle una programmazione europea non concertata. E poi perché è addirittura vietato dalle norme europee che prevedono norme severe di coinvolgimento e partecipazione. Lo stiamo facendo, e mi permetto di dirlo, forse per la prima volta nel Lazio”. Logica conseguenza delle dichiarazioni del governatore, un incontro tra i promotori del corteo, il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio e l’assessore al bilancio Alessandra Sartore, da cui è uscita una nota congiunta che ha ufficializzato l’apertura di un tavolo di discussione permanente.

Mentre si svolgeva l’incontro, il blitz dei movimenti per il diritto all’abitare che hanno occupato per alcune ore uno dei simboli della speculazione e della rendita nella Capitale, un albergo vuoto e mai finito di costruire da Caltagirone a poche centinaia di metri dalla sede della Regione Lazio, ribattezzato dai romani il “bidet” per la sua forma. Un’azione che, oltre a denunciare lo stato di abbandono della struttura, ha rilanciato il corteo nazionale che sfilerà nella capitale il prossimo 12 aprile contro il jobs act e il piano casa del governo Renzi.

 foto di Giuseppe Matese