Il Consiglio di stato ha dato ragione a Manuel Valls: lo spettacolo di Dieudonné è fuorilegge. La decisione, presa ieri alle 18,40 dalla più alta istanza amministrativa francese a cui si era rivolto nel pomeriggio il ministro degli interni, conferma l’annullamento dello spettacolo dell’umorista che doveva tenersi ieri sera a Nantes, con “applicazione immediata”. Nel primo pomeriggio, invece, un primo annullamento dello spettacolo a Nantes, deciso dal Prefetto in applicazione della circolare di Valls, era stato cancellato dal tribunale amministrativo locale, che aveva ritenuto che il “rischio” per l’ordine pubblico non poteva giustificare “una misura cosi’ radicale”. Ma con la sentenza del Consiglio di stato, ormai non c’è più ricorso, la decisione è definitiva, almeno per Nantes. I 5mila spettatori erano ieri già sul posto quando è arrivata la decisione e le prime reazioni sono state di rabbia. La polizia era presente in forza, per timore di disordini.

Il braccio di ferro tra ministro degli interni e Dieudonné non si ferma qui: altre proibizioni preventive degli spettacoli della tournée del comico in provincia, già chieste da vari sindaci – tra cui a Bordeaux dal sindaco Alain Juppé, ex primo ministro – dovranno ancora passare la vaglio dei vari gradi della giustizia. Nel pomeriggio, Valls ha ribadito la sua posizione: “di fronte alla meccanica dell’odio – ha detto – ci vuole fermezza e determinazione, qualunque siano le decisioni (giudiziarie), la mobilitazione continua, contate sulla mia determinazione”. Valls ha ingaggiato una battaglia che va al di là di Dieudonné: sul piano morale, è sincero nell’opporsi alla diffusione dell’antisemitismo che rappresenta il principale tema della “comicità” del controverso umorista, mentre sul piano politico, il ministro degli interni si presenta come un decisionista (sul modello del suo predecessore di destra, Nicolas Sarkozy), l’opposto del presidente Hollande, accusato di essere un grande indeciso. Valls ha grandi ambizioni, pensa all’Eliseo, se non per il 2017 certamente per il 2022.

Il ministero degli interni ha preso di punta il caso Dieudonné, anche perché ritiene che la giustizia non abbia fatto fino in fondo il proprio lavoro. Dieudonné è stato difatti condannato nove volte per “provocazione all’odio razziale”, a causa dell’ossessione antisemita dei suoi testi, deve circa 65mila euro di multe (in Francia l’antisemitismo è reato), ma non ha mai pagato niente, perché, grazie a un’abile costruzione in scatole cinesi, figura come “nullatenente” e la sua società non è neppure iscritta alla Sacem (Società autori ed editori). Dieudonné, inoltre, deve più di 800mila euro al fisco e altre decine di migliaia di euro alle associazioni antirazziste che lo hanno denunciato. Un’inchiesta in corso indaga su un trasferimento illegale di più di 400mila euro in Camerun, paese di origine del comico.

La scelta di Valls di arrivare alla proibizione preventiva dello spettacolo “Il Muro” – che a Parigi è alla Main d’Or da mesi – ha suscitato polemiche e perplessità. Soprattutto sul metodo, per il rischio di fare pubblicità gratuita a Dieudonné e alle sue tesi antisemite.