Molto probabilmente, “Il Muro”, lo spettacolo dell’umorista Dieudonné già presentato a Parigi al teatro della Main d’Or, sarà proibito il 9 gennaio a Nantes, prima tappa della tournée nazionale. Il ministro degli interni, Manuel Valls, ha inviato ieri ai Prefetti una circolare, intitolata “Lotta contro il razzismo e l’antisemitismo – manifestazioni e riunioni pubbliche – spettacoli di Dieudonné M’Bala M’Bala””, che permette di far scattare la proibizione preventiva dello spettacolo, perché contiene “affermazioni infamanti nei confronti di varie personalità di confessione ebraica e oltraggi violenti e shoccanti alla memoria delle vittime della Shoah”. Valls, consapevole della difficoltà a proibire uno spettacolo, precisa che “il rispetto della libertà di espressione non impedisce che, a titolo eccezionale, l’autorità investita del potere di polizia proibisca un’attività se una tale misura è indispensabile per prevenire turbative all’ordine pubblico”. La circolare sottolinea che le affermazioni antisemite degli spettacoli di Dieudonné non sono dérapages improvvisati, ma che il controverso umorista è già stato oggetto a varie riprese di procedure penali, per propositi antisemiti. La decisione di Valls, appoggiata da François Hollande, solleva dubbi sul fronte dell’efficacia: proibire uno spettacolo non rischia di fare della pubblicità gratuita alle tesi che Dieudonné propaga già da una decina di anni, riempiendo le sale? Inoltre, Dieudonné ha un grande seguito su Internet, dove si propaga la sua “quenelle” (un gesto a metà tra saluto nazista rovesciato a “vaffa” all’italiana) e su questo fronte i poteri di polizia sono praticamente inesistenti.

Il mondo politico condanna le posizioni di Dieudonné – in Francia l’antisemitismo non è un’opinione, ma un reato – con la paradossale eccezione del Fronte nazionale, che difende “la libertà di espressione” del comico e accusa il governo di “deriva estremista”. Ma molti esponenti politici, a destra come a sinistra, hanno espresso dubbi sull’efficacia della proibizione preventiva. Anche il mondo ebraico è diviso. L’Uejf (Unione degli studenti ebrei) difende l’azione giudiziaria caso per caso ex post, quando sono verificate le affermazioni antisemite. Invece, l’associazione dei Figli e figlie dei deportati ebrei di Francia, fondata da Serge e Beate Klarsfeld, invita a manifestare, domani a Nantes, per ottenere la proibizione dello spettacolo. Il Crif (Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia) chiede una “mobilitazione repubblicana” per combattere la diffusione delle tesi antisemite, che con Dieudonné sta prendendo in Francia un nuovo slancio, con la congiunzione tra il vecchio antisemitismo ereditato dagli anni ’30 e una nuova espressione delle stesse tesi, presentate come “rivoluzionarie” e “antisistema”, in nome della difesa delle lotte anticoloniali, con gli ebrei capro espiatorio, considerati responsabili della repressione dei neri e degli arabi. Nei suoi spettacoli, Dieudonné accusa gli ebrei di aver monopolizzato la sofferenza, occultando quella dei neri, grazie al loro potere economico. L’opposizione alla politica di Israele viene tradotta in espressioni antisemite e in negazionismo. Dieudonné, che potrebbe di nuovo presentarsi alle europee – come aveva fatto 5 anni fa – alla testa di una formazione antisemita, coagula questa triste alleanza e la sfrutta a proprio vantaggio. Oltre alla circolare, Valls e la ministra della giustizia, Christiane Taubira, hanno anche un altro angolo di attacco, che colpirà il portafoglio dell’umorista. Dieudonné, difatti, è già stato condannato nove volte dal 2006 per diffamazione, ingiurie e provocazione all’odio razziale. Deve pagare sui 65mila euro di multe, più altre decine di migliaia di euro alle associazioni anti-razziste che lo hanno denunciato. Ma non ha mai versato un euro, perché grazie ai ricorsi dei suoi avvocati e a un’abile costruzione imprenditoriale fatta di scatole cinesi, Dieudonné risulta nullatenente. Si è ritirato dalla Sacem (Società autori e editori), rendendo cosi’ impossibile il sequestro dei guadagni della società che produce i suoi spettacoli, la Productions de la plume, che nel 2012 ha fatturato 1,8 milioni di euro (anche grazie alla vendita di gadget di ogni tipo). Condannato per evasione fiscale (deve 800mila euro al fisco), ha fatto appello a una sottoscrizione dei suoi fan, presentandosi come una vittima del sistema.