Il «manifesto» affronta una nuova crisi rischiando, questa volta, di perdere addirittura il suo nome perché la testata è stata messa in liquidazione e deve essere riacquistata dal collettivo del giornale. Il proprietario de «il manifesto», dal punto di vista legale, è stato fino al 2012 una cooperativa vera, autogestita da giornalisti e poligrafici, che vive del proprio lavoro affrontando quotidianamente un impari lotta con concorrenti sostenuti da grandi gruppi economici. Non è inutile ricordare che, dal punto di vista ideale e politico, i proprietari de «il manifesto» sono stati anche i suoi lettori, che sono stati capaci di risolvere le situazioni più drammatiche nei quarant’anni di vita del quotidiano.

Non possiamo permetterci, nell’attuale panorama editoriale italiano, di perdere una voce libera e indipendente da sempre attenta ai problemi dei diritti, delle minoranze, della democrazia e del pluralismo. Riteniamo importante difendere un giornale che nelle sue pagine e nei suoi supplementi ha sempre dato ampio spazio alla letteratura classica e moderna, italiana e straniera, all’arte, al cinema, al teatro, alla storia, alla filosofia e a tutta quella cultura umanistica che costituisce la ragione della nostra stessa esistenza di studiosi, insegnanti e intellettuali.

Per queste ragioni ideali, culturali e politiche, i sottoscritti docenti e ricercatori del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria aderiscono alla campagna denominata «mi riprendo il manifesto» invitando ad acquistare il quotidiano, a sottoscrivere nuovi abbonamenti e a contribuire, nelle varie forme predisposte dal collettivo del giornale, a riacquistare e riconquistare la storica testata.

A tal fine organizzano una prima iniziativa di sostegno che si terrà presso l’Università della Calabria, nell’aula «Mario Alcaro» del cubo 28b, alle ore 11 del prossimo 9 dicembre, per discutere con Giuliana Sgrena l’attuale situazione di crisi del quotidiano, le sue possibilità di rilancio e, soprattutto, raccogliere fondi per il giornale.

Sarà occasione anche di parlare del recente libro di Giuliana Sgrena intitolato Rivoluzioni violate. Primavera laica, voto islamista (il Saggiatore, 2014) dedicato ai nuovi conflitti nel mondo arabo che hanno visto le donne in prima linea.

Vogliamo, in questo modo, valorizzare lo stile con il quale l’autrice e i giornalisti de «il manifesto» hanno informato l’opinione pubblica italiana sugli eventi che hanno cambiato la geografia politica del Medio Oriente.

Primi firmatari:

Fabrizio Palombi, Fortunato Cacciatore, Felice Cimatti, Pio Colonnello, Roberto De Gaetano, Luca Lupo, Bruna Mancini, Marco Mazzeo, Raffaele Perrelli, Carla Riviello, Bruno Roberti, Gisèle Vanhese.
Antonella Valenti, Michele Borrelli, Marilena Parlati, Daniele Dottorini, Romeo Bufalo, Emilio Sergio, Alessandro Canadé, Daniele Vianello, Alessandra Romeo, Roberto Bondì, Ornella Scognamiglio, Salvatore Proietti, Stefania Paone, Antonio Lamarca, Emanuela Jossa, Paolo Brocato, Federica la Manna, Emanuele Fadda, Ciro Tarantino, Monica Lanzillotta, Anna De Marco, Giuliana Mocchi, Benedetta Carroccio, Annafrancesca Naccarato, Maria Cristina Figorilli, Fulvio Librandi, Nuccio Ordine, Francesco Campennì, Donata Chiricò, Marta Petrusewicz, Vincenzo Bochicchio

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