Il welfare comunitario, la centralità della dignità della persona nella pianificazione delle politiche sociali e non, è stato il cuore del convegno tenutosi lo scorso 15 aprile presso Agricoltura Capodarco, a Grottaferrata, che ha visto molti interlocutori dare il proprio contributo. Parole che in un momento di crisi ed austerity, suonavano come una vera e propria sfida, che Capodarco, nelle sue molteplici espressioni raccolte intorno a Capodarco in Movimento e al sistema integrato dei suoi servizi, vuole rilanciare riattualizzando il suo messaggio di fondo, del “servizio all’uomo di tutti”, realizzato nella storia grazie al contributo soprattutto di tanti giovani che in quel grande sogno di riscatto avevano creduto.

Un messaggio di grande attualità che Capodarco ha voluto riproporre raccogliendo le sfide poste dai tempi, affrontando i nuovi bisogni emergenti, in particolare la necessità nell’ambito della disabilità fisica e mentale di vivere pienamente il presente per un “durante noi” che anticipi e prepari al “dopo di noi”. Nelle parole di Don Franco riecheggia la convinzione che il problema del “dopo di noi” non può trovare nelle RSA, e nell’assistenzialismo l’unica risposta possibile. E’ necessario promuovere e sostenere strutture quali case famiglia e gruppi appartamento con annessi laboratori sociali, come punti di lavoro protetto, che diano dignità e il giusto protagonismo alla vita della persona con disabilità.

A ricostruire lo spirito e le tante battaglie sociali che hanno ispirato e portato alla legge 328, l’allora ministra e promotrice Livia Turco, che ha voluto ribadire come quella fosse la legge della “dignità sociale”, la legge nata da tanti e profondi cambiamenti che hanno attraversato la società nel sogno del riscatto possibile dei più deboli, favoriti soprattutto dai pionieri del sociale tra cui il fondatore di Capodarco don Franco Monterubbianesi.

Proprio il fondatore di Capodarco ha voluto sottolineare che quella legge così bella, perché recepiva le tante battaglie fatte per l’integrazione sociale dei disabili e non solo, può essere nella sua applicazione, il rilancio di una nuova primavera del sociale in Italia raccogliendo la sfida lanciata dall’On Turco.

È stata proprio Livia Turco, in un appassionato intervento, a ripercorrere le tappe di una legge dall’iter tormentato, 30 stesure, e tanto coraggio dall’allora governo Prodi che ha creduto in quella legge, che ha in sé sanciti i diritti costituzionali e che fu osteggiata da un’opposizione cinica, incapace di coglierne il senso profondo.

“Una legge attuale e di qualità, nata sull’onda della creatività e di un grande fermento che partiva dal basso  – ha dichiarato la Turco – frutto di quella che io amo definire la ‘primavera delle politiche sociali’. Le famiglie ne erano il motore propulsivo, coloro che indicavano le soluzioni alle loro mille difficoltà quotidiane con competenza e dignità. Le politiche sociali in Italia le hanno costruite i pionieri, coloro che hanno vissuto i problemi in prima persona, che hanno trovato delle soluzioni e hanno fatto squadra, facendo poi le dovute pressioni sulla politica. Purtroppo questa legge quadro, che io definisco della ‘dignità sociale’ è stata accantonata e de finanziata, lasciando all’interpretazione delle singole regioni la possibilità di attuarla o meno. Ad oggi abbiamo sicuramente fatto un passo indietro e la parola sociale è stata letteralmente stracciata. Mi auguro allora che si costituisca un’altra ‘primavera’ delle politiche sociali, che parta proprio dai pionieri che vedo qui oggi”.

E questo invito dell’on Turco è stato raccolto anche dall’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio, Rita Visini, che ha voluto sottolineare come i principi di fondo della legge regionale per l’applicazione della 328 siano quelli della legge quadro, ovvero la dignità e la centralità delle persone, il protagonismo degli enti locali e la valorizzazione della cooperazione sociale.

Ampio spazio è stato dato all’agricoltura sociale quale ambito di inclusione per categorie vulnerabili e all’economia sociale in generale, con l’interventi di Carlo De Angelis del Consorzio Alberto Bastiani e Augusto Battaglia della comunità Capodarco di Roma.

“Il convegno è l’inizio di un percorso di rilancio delle politiche sociali, per sfidare la crisi e per affermare un welfare veramente comunitario, capace di valorizzare le potenzialità delle persone, cuore di una nuova economia e di un nuovo sviluppo locale, inclusivo, equo e sostenibile” così ha dichiarato il presidente della Coop Agricoltura Capodarco.

Al fondatore di Capodarco sono state affidate le conclusioni di una mattinata carica di emozioni, che ha voluto soprattutto evidenziare il grande sogno di riscatto sancito nella 328, la cui applicazione richiede uno sforzo collettivo capace, come allora, di impregnare e condizionare la Politica, dal locale al globale, per una vera rivoluzione culturale.

* Capodarco, e portavoce nazionale del Forum Agricoltura Sociale