I cannoni da neve polverizzano nell’aria minuscole gocce d’acqua a una pressione elevatissima, il mix con l’aria compressa le trasforma in fiocchi. Per produrre neve artificiale esistono sostanzialmente tre tipi diversi di cannoni: a bassa pressione, ad alta pressione e lance. I generatori a bassa pressione sono quelli che sono universalmente riconosciuti come cannoni e hanno una resa minore rispetto a quelli ad alta pressione.

Le lance invece hanno una gittata più limitata. Esiste infine una quarta tipologia per produrre neve, che si può assimilare a un locale frigorifero di grandi dimensioni, all’interno del quale vengono fatti lavorare i cannoni. In questo caso ovviamente si può produrre neve anche a temperature esterne positive, ma i costi energetici crescono esponenzialmente.

I classici cannoni da neve lavorano dai meno 3 gradi in giù e con un tasso di umidità preferibilmente compreso tra il 10 e il 20%. Più l’umidità cresce, più servono temperature basse. All’aumento della temperatura in ambiente inoltre la quantità di neve che si riesce a produrre cala in maniera esponenziale. Così, se a -10° si possono produrre anche 40 metri cubi di neve l’ora, a – 4° la quantità si riduce a 4-5 metri cubi, circa un decimo. Ai consumi per la neve sparata, devono essere aggiunti anche i costi che riguardano i mezzi meccanici battipista, che utilizzano ciascuno fino a 30 litri/h di carburante per una media di 1200 ore per stagione.