Azzurro unitario o Rosso Landini? Il look non è mai casuale. E così per aprire il Congresso, Susanna Camusso sceglie un abito azzurro costellato di foglie d’edera. Il messaggio a Bonanni e Angeletti, che la ascoltano dalla prima fila, è chiaro: restiamo avvinti, non sia mai che il rosso vi faccia fuggire. Il giorno dopo, però, arriva l’attacco di Maurizio Landini in maglione rosso fuoco. La leader recupera nelle conclusioni, in monocromo vermiglio: la vera rossa sono io.

Il «Camussum». La regola non l’ha introdotta lei, era già prevista nelle norme Cgil, ma è pur sempre scattata per la prima volta sotto il governo di Susanna Camusso. Una soglia di sbarramento del 3% che stava per impedire l’ingresso dell’area Cremaschi nel Direttivo. Poi le firme arrivano addirittura dalla maggioranza, «Camussum» neutralizzato.

La «ghigliottina». Il microfono del palco viene collegato a un grosso semaforo che sullo schermo fa il count down da 15 minuti a 0. Prima il verde, poi da -3 minuti scatta il giallo, e infine, in coincidenza con il rosso, un silenziatore automatico. Sotto la «ghigliottina» sono caduti sia Landini che Giorgio Cremaschi, ma anche rappresentanti della maggioranza come Miceli, Pantaleo e Megale.

Gli psicologi. Secondo Vincenzo Colla (Cgil Emilia Romagna), per dirimere gli scontri in Cgil ci vorrebbe un «pool di psicologi».

Renzi Pieraccioni o Marinetti? Protagonista di tanti interventi è stato il premier Renzi. Tra i paragoni più originali, quelli di Cremaschi («vuole per noi un modello greco, ma in versione pieraccionesca») e di Alessandro Genovesi (Cgil Basilicata): «Renzi-Marinetti», il futurista che tutto asfalta.

La «torsione». Per Susanna Camusso, è quella di Renzi: una «torsione democratica». Ma per la minoranza di Landini è invece «autoritaria», riferita però alla stessa Camusso e al suo decisionismo nel gestire la Cgil.

I gatti anarchici di Carla. Carla Cantone (pensionati Spi) super brillante: “Ricordate i polli di Renzo nei Promessi sposi? – ha chiesto dal palco – Cerchiamo di non diventare noi i polli di Renzi». E poi, su Berlusconi: «Pagherà le dentiere e il veterinario ai cagnolini. Ai gatti no, perché sono troppo anarchici».

Il «pacco» di Poletti e Taddei. Il lapsus più bello è quello di Filippo Taddei, responsabile Economia del Pd. Difendendo il decreto Poletti davanti alla platea Cgil, ha detto che bisognerebbe guardare alla misura come un insieme con la delega: «Sono un pacco». E sì, un vero pacco, ha riecheggiato il pubblico.

Baseotto & Di Berardino. Più camussiani della stessa Camusso, i segretari di Lombardia e Lazio agiscono sempre di concerto, come Bibì e Bibò. Un giorno sono dati nella nuova segreteria confederale, un altro in totale disgrazia, vista la pressione a ringiovanire l’esecutivo Cgil (e loro sono over 50). Un’improvvisa notorietà, dovuta a una lettera a pagamento pubblicata sull’Unità, in cui attaccavano pesantemente Landini. Sì, a pagamento. Gioie e dolori dell’essere vip.

La «peste rossa». Il delegato di cui si è parlato di più è lui, Mirko Lami. Tuta blu di Piombino, ha indirizzato un appassionato appello a Renzi perché salvi la sua città. Ma la standing ovation è arrivata quando ha chiesto a Camusso di chiudersi per 10 giorni in una stanza con Landini e risolvere lo scontro. Grillo lo chiama «peste rossa» e «servo del Pd», lui risponde «meglio peste rossa che peste nera». La versione operaia di «meglio fascista che frocio» di Mussolini e Luxuria.

«Discutere, discutere, discutere». È l’appello rivolto da Landini a Susanna Camusso.

Pizza for Africa: Per tre giorni i lavoratori e delegati Flai impastano la pizza, nutrendo mezza Rimini. In cambio, chiedono un contributo per aiutare una piccola comunità del Burkina Faso: lì hanno già scavato un pozzo per l’acqua, evitando alle donne di dover fare chilometri. Ora bisogna allargare la scuola e costruire un ponte contro le inondazioni.

L’«a margine». L’ideatore è il portavoce di Camusso, Massimo Gibelli, che capita si scontri con i giornalisti per il modo in cui si devono svolgere le conferenze stampa. Divide nettamente le domande tra un «a tema» (il titolo della conferenza) e un «a margine» (tutto il resto), impedendo tra l’altro alle telecamere (scelta saggia) di affastellarsi alla fine intorno alla segretaria. Solo che è difficile raccapezzarsi, trovare uno standard comune: Renzi e Poletti, quando si parla di Giornate del Lavoro, sono a tema o a margine?

Bonanni meglio del gel. A Maurizio Landini, quando vede ovazioni cigielline per Bonanni, gli si rizzano i capelli. «A sen­tire Bonanni fare il pala­dino della demo­cra­zia a me sono venuti i capelli dritti – dice dal palco di Rimini – per­ché lui è quello che ha fir­mato per anni con­tratti sepa­rati, e accordi che hanno tenuto la Cgil fuori dalle fab­bri­che. E uno viene qui a fare le lezioni e noi a dire che non abbiamo pro­blemi ad applau­dirlo: ma stiamo scher­zando?».

Moretti e le famiglie di Viareggio. Mauro Moretti è un habitué dei dibattiti Cgil (d’altronde ha un passato da sindacalista Filt). Ma i vertici delle Ferrovie sono sotto processo per la strage di Viareggio. Le famiglie protestano per l’invito a Rimini e chiedono di parlare dal palco. Niente parola, ma la Cgil presenta un odg di solidarietà.

La «stronzata» di Landini. Sempre più pop. Al congresso Fiom, Landini cita l’«a prescindere» di Totò e la «stronzata pazzesca» di Fantozzi. Ma attenzione: riferendosi alla corazzata Potiomkin, il ragioniere diceva «cagata pazzesca».

Il populismo soft. L’accusa viene da Stefano Rodotà, che dal Congresso Fiom attribuisce a Renzi un «populismo soft».

Coop cattive. Inedito attacco di Camusso alle coop: «Pubblicate i regolamenti, applicate i contratti, e non disdettateli come una qualsiasi multinazionale». A contestare il ministro Poletti vengono i lavoratori Coopservice di Bologna (aderente a Legacoop), retribuiti con paghe da fame, e declassati, pur essendo tecnici, al contratto della vigilanza. Ma se le coop sono come tutti gli altri, perché continuano ad avere privilegi fiscali e non solo?

Lavoro & Società, un brand che fa gola. Nicola Nicolosi lascia l’area e la chiude, per transitare verso i landiniani con Gian Paolo Patta. Alcuni superstiti, però, restano con Camusso. Circa 80 delegati in origine, entrambi i gruppi nati dallo scisma dicono di poter controllare 50-60 di loro, lasciando agli altri le briciole. Ma l’ambito marchio a chi va?