Per il suo nuovo album (dal 19 aprile in formato fisico, ora in digitale sulle principali piattaforme), il quarantaseienne artista newyorkese ha scelto un titolo non a caso. 1978 oltre ad essere la sua data di nascita, è un anno scelto come simbolo di un periodo particolarmente fertile per la black music stretta fra i ruggiti disco e le grandi incisioni di Marvin Gaye, gli esordi di Prince e di Michael Jackson solista.

José James che vive a Pasadena, ha iniziato come cantante jazz ma nel corso del tempo ha diversificato le sua direzione artistica, muovendosi su territori soul, funk e hip hop. Con il supporto di J Dilla – e campionamenti di brani funk, disco e fusion – mette a punto un album che profuma di vintage ma sa essere anche decisamente contemporaneo.

Dodici brani che affrontano – nei testi – tematiche sociali, come in 38th & Chicago, che prende il nome dall’incrocio della città natale di James, Minneapolis, dove George Floyd fu tragicamente assassinato nel 2020. Inevitabili (e volute) le citazioni, come nell’apertura di Let’s Get It che richiama nella costruzione e nel ripetere incessante del ritornello il classico di Gaye Let’s Get It On.