Un secco no alle alleanze con l’estrema destra. L’invito a popolari e liberali europei a evitare relazioni pericolose con la galassia nera dopo il voto delle prossime europee è arrivato da Berlino, dove i leader socialisti europei si sono riuniti ieri per una conferenza durante la quale è stata firmata una «dichiarazione per la democrazia».

La posizione del Pse arriva come risposta alla candidata popolare e attuale presidente della Commissione Ursula Von der Leyen che solo pochi giorni fa aveva lasciato la porta aperta alle intese con la destra europea, con la mente rivolta a Giorgia Meloni. L’occasione è stata utile alla segretaria Pd Elly Schlein, presente a Belino, per sottolineare che il no dei socialisti riguarda non soltanto Identità e democrazia (Id) – il gruppo di Salvini e Le Pen, al cui interno si trovano gli impresentabili di Alternative fuer Deutscheland (AfD) – ma anche i governativi di FdI, riuniti insieme ai polacchi del Pis (e in attesa del probabile arrivo di Orbán) nel gruppo Conservatori e riformisti (Ecr).

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L’«incrollabile promessa» agli elettori consiste nel fatto che «non coopereremo né formeremo mai una coalizione con l’estrema destra». Così si legge nella dichiarazione congiunta dei socialisti europei, firmata dal padrone di casa, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, dal premier spagnolo Pedro Sánchez, dal candidato alla presidenza della Commissione Nicolas Schmit. «Il Pse sarà sempre una voce forte e affidabile contro l’estremismo di destra e a favore della nostra democrazia», continua il documento. «Vuol dire: nessuna cooperazione o alleanza con i gruppi Ecr o Id nel Parlamento europeo».

Sottoscrive la dichiarazione Schlein, che aveva anticipato in un’intervista a Domani l’altolà alla «normalizzazione dei nazionalisti». Quella che tenta forze dell’attuale coalizione di maggioranza all’Europarlamento, composta da Ppe e Renew Europe, oltre che dagli stessi socialisti. La dichiarazione congiunta chiede a quelle famiglie politiche europee, «fino a che punto siete disposti a tradire la vostra stessa storia per queste alleanze politiche che negano alla radice i fondamenti dello stare insieme nell’Ue», spiega Schlein a margine della conferenza.

Il rischio è quello che vengano messi in pericolo i fondamenti della democrazia. Il caso Ungheria, in particolare, è citato dalla leader dem quando descrive l’occupazione governativa del servizio pubblico, la censura degli intellettuali e la possibile cessione dell’agenzia stampa Agi come un punto «a cui nemmeno Orbán si era mai spinto».

Accostando la leader di FdI all’illiberale Orbán, Schlein parla sempre a von der Leyen e al Ppe, perno di tutte le coalizioni future. Il Pd è uno dei principali azionisti del gruppo S&D all’Eurocamera. È compito dei dem insistere sul no a Meloni, completando e definendo il messaggio già lanciato dallo Spitzenkandidat Schmit al congresso Pse di Roma («mai con la destra»). E porre così un veto in termini di alleanze che Bruxelles non potrà ignorare.